Conoscere i trigger point è ottimo!

Sapere come trattarli è ancora meglio.

Perché non sapere entrambi?

Oggi ti mostro le mappe e i trattamenti più efficaci in base agli studi scientifici.

Quindi, se vuoi saperne di più sui trigger point, questa guida ti piacerà.

I punti trigger (TP) sono noduli localizzati e irritabili che si trovano in un muscolo.

Hanno una consistenza più dura rispetto al resto del muscolo.

Producono dolore muscolare localmente, ma anche a distanza, in un area ben precisa.

Il dolore è regionale e persistente, inoltre l’ampiezza di movimento può essere ridotta.

Un trigger point attivo è tra le cause più frequenti di dolore.

I punti trigger possono causare anche:

  1. Cefalea tensiva,
  2. Acufeni (fischio alle orecchie),
  3. Dolori dell’articolazione temporo-mandibolare,
  4. Rigidità alle gambe,
  5. Lombalgia.

La palpazione del punto trigger provoca dolore nell’area trattata e / o verso una zona di riferimento.

Dove si trovano questi punti?

Nell’uomo, il 71% dei TP descritti sono i punti dell’agopuntura (Janssens – 1992).

Mappa dei trigger point della parte posteriore del tronco

trigger-point-schiena

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Mappa dei trigger point della parte anteriore del tronco

trigger point petto, addome

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Mappa dei trigger point dell’arto superiore

punti trigger braccio, mappa

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Mappa dei trigger point dell’arto inferiore

mappa trigger point, muscoli, gambe, coscia

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Come si sviluppano i trigger point? La fisiopatologia

Ci sono diversi meccanismi che possono spiegare lo sviluppo dei punti trigger, ma mancano prove scientifiche.

Secondo Bron et al. (2012) l’allenamento eccessivo e i movimenti ripetitivi che provocano sovraccarico muscolare sono la causa dei trigger point.

Molti ricercatori concordano sul fatto che tra le cause ci sono:

  1. Un trauma
  2. Microtraumi ripetuti
  3. Mancanza di esercizio fisico,
  4. Carenze di vitamine,
  5. Disturbi del sonno,
  6. Problemi alle articolazioni.

Le attività professionali o sportive caratterizzate da movimenti ripetitivi di uno specifico muscolo o gruppo muscolare provocano spesso la formazione di TP.

Per esempio:

  1. Un centralinista che tiene il telefono tra le spalle e le orecchie per poter usare le braccia.
  2. Seduti su una sedia con un supporto inadeguato per la schiena,
  3. I braccioli ad un altezza non corretta o del tutto assenti;
  4. Spostare le scatole piegando la schiena invece delle ginocchia.

Tra le altre cause ci sono gli sport con movimenti ripetitivi che causano la formazione di TP:

  • Alla spalla nei lanciatori,
  • Al gomito nei giocatori di tennis o golf.

Sono importanti anche le cicatrici chirurgiche che possono causare lo sviluppo di trigger-point nei muscoli operati.

Cosa succede all’interno del muscolo?

Ora devo usare qualche termine tecnico, ma ho semplificato al massimo la spiegazione.

Se questo paragrafo è troppo complicato puoi saltare al paragrafo successivo.

Per usare termini tecnici, secondo Simons (2004) c’è un rilascio eccessivo di acetilcolina (sostanza che provoca la contrazione muscolare) nel punto in cui il neurone motore arriva al muscolo.

Questo provoca l’accorciamento del sarcomero (la più piccola unità muscolare).

sarcomero, acetilcolina, contrazione muscolare

Un fattore chiave è la riduzione del flusso sanguigno locale.

Le prima conseguenza è la riduzione del pH e poi il rilascio di sostanze che causano l’infiammazione nel tessuto muscolare.

Il pH basso:

  1. Stimola i nervi che portano il segnale del dolore,

  2. Mantiene la contrazione del sarcomero, anche a riposo.

Jafri ha creato un semplice schema per capire come si forma il trigger point, ora te lo spiego.

I punti trigger sono causati da un sovraccarico che provoca la proliferazione dei microtubuli.

microtubuli

La conseguenza è:

  1. L’aumento della produzione di radicali liberi,
  2. La riduzione della capacità di rimuovere queste sostanze.

L’incremento di radicali liberi aumenta il calcio che provoca la contrazione e la deformazione della rete dei microtubuli.

Questo porta a una maggior produzione di radicali liberi.

È un circolo vizioso.

FORMAZIONE-TRIGGER-POINT

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Il calcio è fondamentale per la contrazione delle fibre muscolari.

La contrazione del muscolo limita il flusso sanguigno con conseguente riduzione dell’ossigeno che provoca:

  1. Lesioni muscolari,
  2. Una risposta infiammatoria.

Lo stress psicologico può contribuire alla formazione dei trigger point perché aumenta la produzione di radicali liberi nelle cellule.

Il dolore è causato da:

  • L’attivazione dei nocicettori,
  • Il pH ridotto,
  • Aumento dei radicali liberi,
  • La sostanza P.

Il lavoro in ufficio può causare la formazione di trigger point?

Guarda:

I trigger point si possono sviluppare anche a causa dell’uso eccessivo dei muscoli cervicali e posturali nelle persone che svolgono un lavoro sedentario.

Secondo questa teoria, la lieve ma continua contrazione muscolare dei muscoli della spalla e del collo possono causare una diminuzione dell’afflusso di sangue ai muscoli.

fibra muscolare, sacromero

Quindi, è possibile che la riduzione del flusso di sangue e della concentrazione di ossigeno, oltre al calo della sintesi di ATP (molecola utilizzata per produrre energia) nelle fibre motorie possano causare:

  1. Acidità (riduzione del pH),
  2. Accumulo di ioni calcio,
  3. La contrattura del sarcomero.

ATP

Quindi:

Questa contrattura prolungata del sarcomero può causare una diminuzione del flusso sanguigno nel muscolo e della concentrazione di ossigeno.

In pratica,

Si forma un circolo vizioso che potrebbe portare allo sviluppo del trigger point.

Qual è la terapia più adatta per i Trigger Point?

Spray e Stretch

Secondo Travell e Simons (J. G. Travell & Simons, 1983), la combinazione di spray con ghiaccio più allungamento è la tecnica più efficace di trattamento.

Prima dell’applicazione, il paziente deve rilassarsi.

Si appoggia la parte del corpo interessata su un supporto per raggiungere il rilassamento completo.

Il ghiaccio è spruzzato in due zone:

  1. Lungo tutta la lunghezza del muscolo,
  2. Sopra l’area di dolore riferito.

Il movimento è lento e continuo

Il getto ghiacciato si applica due o tre volte, non di più.

Attenzione:

La forza di allungamento dovrebbe essere abbastanza lieve per non provocare un riflesso da stiramento del muscolo, cioè una contrazione di difesa.

Quando un muscolo si rilassa, aumentare la tensione mantenendo il rilassamento.

L’applicazione e il rilascio della forza di allungamento devono essere graduali.

Il paziente può anche favorire l’allungamento con la contrazione del muscolo antagonista (cioè quello che ha l’azione opposta).

Si può ripetere questa tecnica diverse volte, ma bisogna aspettare che il muscolo si riscaldi.

Guarda il video per capire come funziona!

Perché lo spray and stretch è efficace?

Si ritiene che questa tecnica sia efficace per due meccanismi:

1) Improvvise sensazioni di freddo bloccano la trasmissione dei segnali del dolore. Inoltre il ghiaccio inibisce lo spasmo (contrazione) muscolare e permette l’allungamento.

2) Il secondo fattore è meccanico: durante lo stretching del muscolo, il sarcomero (il più piccolo componente delle fibre muscolari) si allunga e si rilassa.

Tuttavia, i professionisti che usano questo metodo sono molto rari.

Compressione ischemica

Questa tecnica è probabilmente la più utilizzata.

Consiste in una pressione applicata lentamente e progressivamente sul punto trigger.

La pressione è mantenuta finché il muscolo diventa morbido e il dolore cala.

Questo può essere seguito dall’allungamento del muscolo.

Secondo Hanten et al. (Hanten, Olsen, Butts e Nowicki, 2000) questa tecnica di compressione ischemica seguita dallo stretching è la più efficace per ridurre il dolore del punto trigger.

Dry needling

Il Dry needling è un metodo praticato da tanti terapisti, ma secondo gli studi scientifici i risultati sono contrastanti,

Consiste nella perforazione o la lacerazione di punti trigger con aghi solidi e sottili (aghi per agopuntura).

Guarda:

Secondo uno studio clinico di Llamas-Ramos et al., 2 sessioni di dry needling e di terapia manuale sui trigger point danno risultati simili a livello cervicale considerando questi parametri:

  1. Dolore,
  2. Difficoltà nelle attività quotidiane,
  3. Ampiezza di movimento.

Il dry needling ha dato risultati migliori rispetto alla terapia manuale, ma sono necessari ulteriori studi per capire gli effetti di queste terapie a lungo termine.

Tuttavia,

Non esiste una logica chiara e accettata dalla comunità scientifica riguardo l’effetto sui tessuti di questo metodo

Per esempio,

Un documento del 2011 di Jann Dommerholt non spiega niente di specifico sul presunto funzionamento.

Nel 2012, Chou et al. Hanno pubblicato uno studio in cui affermano che il meccanismo non può essere spiegato da un singolo meccanismo.

Potrebbe riguardare il sistema nervoso, ormonale o immunitario.

Anche uno studio di Liu et al. Riguardo l’utilità del dry needling in caso di mal di schiena non ha dato risultati interessanti.

L’autore conclude dicendo che la superiorità di questa terapia nel miglioramento della disabilità non è chiaro.

E se volessi approfondire?

Ci sono pochi libri riguardo questo argomento, quello pù utile è:

Trigger point dry needling: an evidenced and clinical-based approach di Dommerholt J, Fernández-de-las-Peñas C., edizioni Elsevier; 2013.

Secondo alcuni colleghi, l’ago è così sottile che si inserisce tra le fibre muscolari e le separa, senza romperle.

Tuttavia a volte esce il sangue, esponendo il paziente a infezioni.

I colleghi che usano questa terapia sono entusiasti e probabilmente considerano solo i pazienti che hanno beneficio dalla terapia.

Secondo me a volte funziona, ma non sempre ed espone a rischi maggiori rispetto ad altre terapie manuali.

E l’agopuntura?

Secondo uno studio di Madsen et al. Del 2009, l’agopuntura ha un lieve effetto antidolorifico, ma non è rilevante.

Non è chiaro se l’effetto dipenda dal lavoro sui punti dell’agopuntura o dall’effetto psicologico (placebo) della terapia.

Un altro studio (Manheimer et al. 2005) mostra che “l’agopuntura allevia efficacemente la lombalgia cronica. Non ci sono prove scientifiche sul fatto che l’agopuntura sia più efficace di altre terapie attive”.

Ora:

Travell e Simons (J. G. Travell & Simons, 1983, 1992) e Cyriax (Cyriax, 1977) ritengono che l’iniezione del punto trigger è un metodo efficace di trattamento.

Quando un trigger point attivo non risponde alle terapie manuali, può essere utile inviare il paziente a un medico che possa effettuare l’iniezione.

Trattamento fai da te dei trigger point

Si può fare?

Certo!

Si può effettuare un automassaggio sul punto trigger.

Per trattare un punto trigger bisogna trovare il punto giusto.

Poiché di solito è difficile percepire il trigger point, si può lavorare solo sul punto più doloroso del muscolo.

Anche con se la pressione si effettua a una distanza di 2mm, la riduzione del dolore può essere importante.

L’unica raccomandazione è di evitare l’osso, quindi cerca di capire la consistenza non troppo dura.

Ricorda:

Durante la pressione, il dolore dev’essere sopportabile, altrimenti può peggiorare per un giorno o due.

E non avrai raggiunto il risultato.

Il mio consiglio è di premere gradualmente senza avere troppo dolore.

Come sapere se sono sul punto giusto?

L’ideale sarebbe conoscere:

  1. L’anatomia,
  2. La posizione dei punti trigger,
  3. La zona in cui si può estendere il dolore.

Se non volete studiare, potete provare a lavorare intorno all’area che fa male, meglio guardando i video o le immagini in questo sito.

Come fare?

Molti trigger point possono essere alleviati con un semplice automassaggio con:

  1. I pollici,
  2. Una pallina da tennis,
  3. Il Foam roller.

Foam roller quadricipiti

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Anche se questi punti possono essere molto fastidiosi, nella maggior parte dei casi si trovano facilmente e si possono eliminare con un massaggio.

Secondo la dottoressa Janet Travell, quasi ogni tipo di massaggio può alleviare il dolore causato dal trigger point e l’automassaggio è:

  1. Gratuito,
  2. Sicuro,
  3. Semplice,
  4. Efficace.

Domande frequenti sui trigger point

Chi esegue la terapia dei punti trigger?

Generalmente, il fisioterapista effettua questo trattamento, ma anche alcuni massaggiatori specializzati.

Quanti trattamenti sono necessari?

Non c’è un numero fisso di terapie, le sedute dipendono da:

  • Difficoltà rilassare il muscolo,
  • Durata del dolore (se è comparso molto tempo fa il trigger point può essere più resistente),
  • Quante zone bisogna trattare.

Quanto dura una seduta?

Generalmente si fanno delle sedute da 30 minuti, ma la durata può variare in base al numero di trigger point da trattare.

Quanti trattamenti posso fare in una settimana?

La cosa importante è che tra una seduta e l’altra passino almeno 4/5 giorni.

Questo è il tempo necessario per far passare l’infiammazione acuta che può seguire la terapia.

Ora tocca a te!

Hai visto cosa sono i punti trigger e le tecniche di trattamento più efficaci.

Il primo passo?

Lascia un commento dicendo quale tecnica proverai per prima.

Pronto per il dry needling?

O fose vuoi iniziare con la compressione ischemica?

In ogni caso, lascia un commento qui sotto.

Leggi anche:

Bibliografia:

  • Simons DG.Review of enigmatic MTrPs as a common cause of enigmatic musculoskeletal pain and dysfunction. J Electromyogr Kinesiol. 2004 Feb; 14(1):95-107.
  • Janssens LA1. Trigger point therapy. Probl Vet Med. 1992 Mar;4(1):117-24.
  • Carel Bron and Jan D. Dommerholt. Etiology of Myofascial Trigger Points. Curr Pain Headache Rep. 2012 Oct; 16(5): 439–444.
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  • M. Saleet Jafri. Mechanisms of Myofascial Pain. Int Sch Res Notices. 2014; 2014: 523924.
  • Jay P. Shah, MD, Nikki Thaker, BS, Juliana Heimur, BA, Jacqueline V. Aredo, BS, Siddhartha Sikdar, PhD, and Lynn H. Gerber, MD. Myofascial Trigger Points Then and Now: A Historical and Scientific Perspective. PM R. Author manuscript; available in PMC 2016 Jul 1.
  • Llamas-Ramos R, Pecos-Martín D, Gallego-Izquierdo T, Llamas-Ramos I, Plaza-Manzano G, Ortega-Santiago R, Cleland J, Fernández-de-Las-Peñas C. Comparison of the short-term outcomes between trigger point dry needling and trigger point manual therapy for the management of chronic mechanical neck pain: a randomized clinical trial. J Orthop Sports Phys Ther. 2014 Nov;44(11):852–61.
  • Chou LW, Kao MJ, Lin JG. Probable mechanisms of needling therapies for myofascial pain control. Evid Based Complement Alternat Med. 2012;2012:705327.
  • Liu L, Huang QM, Liu QG, Thitham N, Li LH, Ma YT, Zhao JM. Evidence for Dry Needling in the Management of Myofascial Trigger Points Associated With Low Back Pain: A Systematic Review and Meta-Analysis.
  • Arch Phys Med Rehabil. 2018 Jan;99(1):144-152.e2.
  • Madsen MV, Gotzsche PC, Hrobjartsson A. Acupuncture treatment for pain: systematic review of randomised clinical trials with acupuncture, placebo acupuncture, and no acupuncture groups. BMJ. 2009;338:a3115.
  • Manheimer E, White A, Berman B, Forys K, Ernst E. Meta-analysis: acupuncture for low back pain. Ann Intern Med. 2005;142(8):651–663.

Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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