Le correnti interferenziali rappresentano un elettro-terapia antalgica che consiste in una corrente a bassa frequenza che penetra in profondità.

Per ottenerla, si devono applicare sul corpo due correnti a media frequenza, una perpendicolare all’altra, le quali interagiscono creando un terzo impulso a bassa frequenza variabile.

Si tratta di una vecchia terapia che si usava negli anni ’80 e ’90.

Ho tenuto questa pagina informativa solo perché ci sono ancora delle persone che la usano e qualche prescrizione medica.

Partiamo dall’analisi tecnica del tipo di corrente e di terapia, alla fine scrivo le mie considerazioni.

Per ottenere questa interferenza si applicano al paziente 4 elettrodi disposti a quadrato, tenendo al centro la zona da trattare.

Le due correnti hanno frequenze diverse, questo comporta che in certi momenti si sommano, mentre in altri momenti si annullano.

Sono necessari due generatori di corrente alternata a media frequenza tra 2000 e 10.000Hz.

La caratteristica principale delle correnti interferenziali è la capacità di penetrare più in profondità rispetto alle altre elettro-terapie.

L’impedenza è la forza di opposizione (o resistenza) al passaggio di una corrente elettrica alternata (variabile).

La pelle ha un impedenza che diminuisce all’aumentare della frequenza della corrente che la attraversa.

Le correnti interferenziali sono a media frequenza, quindi incontrano meno resistenza delle altre.

Questo consente di penetrare più in profondità perché c’è una minor dispersione.

Un’altra caratteristica è che per arrivare in profondità non c’è bisogno di impostare un intensità alta.

Si crea un amplificazione data dalla somma delle due correnti, inoltre la dispersione attraverso i tessuti è minima.

 

Qual’è l’effetto delle correnti interferenziali?

In elettroterapia si utilizzano le correnti interferenziali per ottenere un effetto antalgico, ovvero per eliminare il dolore.

Alcuni autori parlano di un effetto eccitomotorio, cioè provoca una contrazione muscolare.

Per ottenere questo risultato si usano correnti a bassa frequenza, in modo da eliminare il gonfiore, ma non per rinforzare i muscoli, perché esistono altre correnti più efficaci (Kotz).

L’effetto antalgico si ottiene con frequenze comprese tra 50 e 100Hz, l’effetto eccitomotorio inizia sotto ai 50Hz, soprattutto sotto ai 25Hz.

Le correnti interferenziali causano una vasodilatazione utile nell’eliminazione delle sostanze che provocano l’infiammazione cronica, in questo modo si attenua il dolore.

 

Quanto durano le sedute di elettroterapia interferenziale?

Le sedute durano dai 20 ai 30 minuti circa, è necessario un ciclo di 10 sedute consecutive.

 

Quali sono le indicazioni per le correnti interferenziali?

In base alla versione di chi le ha inventate, questa terapia è indicata in caso di:

 

Quali sono le controindicazioni per le correnti interferenziali?

Le controindicazioni sono:

  • Gravidanza;
  • Pace maker;
  • Lesioni cutanee locali.

 

Le correnti interferenziali dopo il 2000

In questo secolo, le conoscenze sulla medicina sono aumentate e abbiamo capito come trattare la causa dei disturbi muscolo scheletrici.

Quindi, secondo me, utilizzare ancora queste vecchie terapie che lavorano sui sintomi è come usare la carrozza dopo l’invenzione dell’automobile e del treno.

Già, quando le usavo tanti anni fa non davano risultati soddisfacenti.

Ora, a maggior ragione.

Dopo aver capito che trattare i sintomi non può dare più di un sollievo temporaneo, non si capisce perché bisognerebbe ancora usare queste terapie.

Spesso in fisioterapia vediamo prescrizioni che chiamamo il 10+10+10.

In pratica, arriva in studio un paziente con la prescrizione di 3 terapie, quindi per esempio:

La prima domanda che ci poniamo è: perché 10 e non 7/8 o 12?

Dove sono gli studi che attestano la validità di questo numero di trattamenti rispetto agli altri?

Considerando che la settimana è di 5 giorni lavorativi, si presume che facendo 10 sedute si riesca a organizzare meglio il lavoro dei fisioterapisti.

Quindi, le motivazioni dietro a questo numero fisso di sedute sono alquanto controverse.

Tornando alle correnti interferenziali, se il mal di schiena origina da un intervento chirurgico addominale, da una distorsione di caviglia o da un problema cervicale, come può una terapia sulla schiena risolvere il problema?

La risposta è molto semplice: non può.

Per questo motivo ho abbandonato tutte queste terapie sintomatiche che non danno buoni risultati.

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Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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