Per curare l’artrosi dell’anca bisogna capire la vera origine del dolore.
In questo modo puoi stare bene in futuro, NON solo per un breve periodo.
È quello che ti interessa, vero?
Oggi ho qualcosa per te che ancora non ti hanno detto e che ti aiuterà a stare bene.
In questo articolo ti spiego brevemente la causa del dolore all’inguine ed eventualmente alla coscia nei pazienti con artrosi all’anca e cosa fare per stare bene.
Vediamo cos’è l’artrosi all’anca.
L’artrosi dell’anca o coxartrosi è una malattia degenerativa dell’articolazione tra il bacino e il femore.
La testa del femore è inserita in una cavità chiamata acetabolo, composta da:
- Osso iliaco,
- Ischio,
- Pube.
La cartilagine è un tessuto biancastro, lucido e ricco di acqua che serve per rendere i movimenti fluidi e non dolorosi, oltre a ridurre l’attrito tra le ossa.
Come si sviluppa l’artrosi?
Con l’usura o semplicemente con il passare del tempo, il tessuto cartilagineo tende ad assottigliarsi sempre di più (Rani et al. – 2016), il corpo umano risponde con delle modificazioni dell’osso:
- La formazione di osteofiti o becchi ossei nel perimetro esterno dell’articolazione per aumentare la superficie a contatto tra le ossa;
- L’alterazione della consistenza ossea perché ci saranno zone quasi vuote e altre più ricche di calcio.
Nel primo stadio della patologia, la cartilagine è ancora presente, ma è meno spessa, nelle ultime fasi sparisce completamente e le ossa “grattano” tra loro durante i movimenti.
Con il passare del tempo, l’evoluzione dell’artrosi può fermarsi o peggiorare.
Generalmente è bilaterale, ma un articolazione è più consumata dell’altra.
Vediamo la cosa più importante: le cause.
Senza conoscere ed eliminare le cause, il trattamento avrà un effetto temporaneo.
Quali sono le cause dell’artrosi dell’anca?
Guarda:
Non esiste una vera e propria causa della coxartrosi, ma ci sono tanti fattori che favoriscono lo sviluppo di questa patologia:
- L‘età (Murphy et al. – 2016) è sicuramente l’aspetto più importante da tenere presente perché nei giovani sani è pressoché inesistente.
Questa patologia interessa prevalentemente gli anziani, in particolare le donne sopra i 50 anni e i maschi sopra i 65-70.
Raramente interessa le persone con meno di 40 anni. - L’ereditarietà è un altro fattore di rischio perché i pazienti che soffrono di artrosi hanno almeno un genitore con lo stesso disturbo.
- L’obesità (Sinusas – 2012) provoca una maggior pressione sulle articolazioni, infatti, generalmente, le persone tra i 50 e i 60 anni con l’artrosi dell’anca sono obese.
- Le attività fisiche intense e gli sport di squadra o di potenza (Lefèvre-Colau et al. 2016) o i lavori manuali pesanti possono sovraccaricare l’articolazione e causare un’usura precoce.
- Le malformazioni anatomiche come il ginocchio valgo o varo possono provocare una cattiva distribuzione del carico con maggior sovraccarico in alcune aree rispetto ad altre.
- Un calo degli estrogeni (Richette et al. – 2003) può favorire l’insorgenza della patologia, per questo motivo le donne in menopausa sviluppano più facilmente la coxartrosi.
- Un forte trauma che causa una frattura articolare dell’acetabolo o della testa del femore ha come conseguenze: un periodo di immobilità durante il quale la cartilagine riceve meno nutrimento e un aumento della rigidità che causa maggior sovraccarico cartilagineo.
E nei giovani può venire l’artrosi dell’anca?
Si certo.
Secondo Ganz et al. (2003), l’artrosi dell’anca nei giovani è provocata dal conflitto femoro-acetabolare (cioè la testa del femore e l’acetabolo non combaciano).
Può avvenire in due modi:
- La testa del femore non è sferica ed erode la cartilagine, mentre il labbro acetabolare (anello cartilagineo nella parte esterna dell’acetabolo) rimane intatto.
- Il labbro acetabolare è schiacciato tra il collo del femore e l’acetabolo, la conseguenza è la degenerazione e ossificazione di questa struttura.
Quali sono i sintomi dell’artrosi dell’anca?
Siamo sicuri che l’artrosi all’anca provochi dei sintomi?
Secondo uno studio scientifico di Kim et al. (2015) pubblicato sull’autorevole rivista medica “The BMJ”, non c’è una correlazione diretta tra il dolore all’anca e l’artrosi, infatti:
- Il dolore all’anca non è presente in molti pazienti con artrosi documentata dalla radiografia.
- Inoltre, molte persone con dolore all’anca non avevano l’artrosi.
Se non fosse così quasi tutti gli anziani avrebbero dolore alle anche dato che l’artrosi colpisce la stragrande maggioranza degli over 65.
Non bisogna mai fare diagnosi solo sul referto degli esami, ma bisogna valutare tutte le possibili cause di dolore.
Questa è un’ottima notizia per le persone che pensavano di essere condannate al dolore o alla protesi d’anca.
Tuttavia ci sono dei segni visibili o udibili:
-
Ingrossamento dell’osso,
-
Crepitio durante i movimenti,
-
Riduzione dell’ampiezza di movimento, secondo l’autorevole professoressa S. Sahrmann questo è causato dalla formazione di tessuto fibroso nell’articolazione o intorno ad essa.
Su molti libri e siti medici si possono trovare questi sintomi:
- Il dolore all’anca che può irradiarsi dall’inguine all’area anteriore-interna della coscia fino al ginocchio.
- Le fitte si avvertono all’inizio dei movimenti, poi man mano che l’articolazione si scalda i sintomi regrediscono e scompaiono quando ci si ferma.
- Se si cammina a lungo, è possibile che dopo 20-30 minuti circa il dolore si riacutizzi, la stessa cosa succede rimanendo in piedi per molto tempo oppure se si fanno degli sforzi.
- Il dolore è molto intenso al mattino appena il paziente si alza dal letto, ma in mezz’ora circa dovrebbe scomparire.
A questo punto ti starai chiedendo:
Se l’artrosi non provoca questi sintomi, qual è la causa del dolore all’inguine che si irradia alla coscia?
Ci sono diverse possibilità, in particolare:
- Un problema muscolare del muscolo ileo-psoas.
Un trigger point attivo (un punto all’interno del muscolo che può causare dolore a distanza) di questo muscolo può causare dolore inguinale e nella parte anteriore della coscia. - L’infiammazione del nervo femorale o cruralgia, questo nervo origina dalle prime 4 radici nervose che originano dalle vertebre lombari e arriva alla parte anteriore della gamba e al lato interno del piede.
- Secondo l’autorevole professoressa S. Sahrmann (autrice di alcuni famosi libri di fisioterapia) la causa dell’artrosi iniziale è la compressione del femore contro l’acetabolo (il bacino).
Questa è causata dall’accorciamento del muscolo retto femorale e dei muscoli posteriori della coscia (ischio-crurali). - Riduzione del flusso sanguigno a causa della sedentarietà (Booth et al. – 2012) o problemi dei vasi sanguigni a livello della pelvi.
- In base alla teoria della dieta del gruppo sanguigno (conosciuta anche come dieta del Dr. Mozzi), anche un problema intestinale (colite) può causare il dolore all’anca.
Di questo ci occuperemo in modo più approfondito nel capitolo della terapia.
Guarda il video che ti spiega tutto nel dettaglio:
Quali sono le cure per l’artrosi dell’anca?
Se la cartilagine è usurata ma ancora presente, la terapia è conservativa per evitare o rallentare il processo degenerativo.
In questa situazione è opportuno cambiare lo stile di vita se questo è il responsabile del disturbo:
- Un paziente troppo sedentario dovrà iniziare una regolare attività fisica; Con l’avanzare dell’età, determinate attività dovrebbero essere interrotte o modificate, ma bisogna continuare ad essere attivi.
- Chi svolge lavori pesanti dovrebbe passare a mansioni più leggere;
- Gli obesi dovrebbero iniziare una dieta per calare di peso.
4 Terapie di Fisioterapia per l’artrosi dell’anca
La fisioterapia è fondamentale per i pazienti con questo disturbo per garantire un buon risultato.
Secondo la scienza, per ridurre il dolore e la disabilità sono efficaci:
- Terapia manuale (Romeo et al. – 2013),
- Esercizi ed istruzioni al paziente (Sampath et al. – 2016) .
Le persone che hanno eliminato il dolore di solito hanno fatto queste 4 terapie efficaci:
1. Trattamento del muscolo Ileo-Psoas
Guarda:
L’ileo psoas può avere dei punti trigger (punti che causano dolore anche a distanza) attivi.
Questo può influire anche sulla schiena, infatti spesso chi ha dolore all’anca lo sente anche alla schiena.
Il fisioterapista o l’osteopata può disattivare questi trigger point e ridurre la contrazione dell’ileo psoas.
Ci sono molti allenatori che consigliano lo stretching dello psoas, ma generalmente questo muscolo è già allungato, quindi si può peggiorare la situazione.
In tal caso è meglio fare degli esercizi di rinforzo, che può fare il paziente a casa.
Esercizio per il rinforzo del muscolo Ileo Psoas:
C’è un movimento che fa solo questo muscolo ed l’ultima parte del sollevamento della coscia da seduti o in piedi.
Mi spiego meglio, bisogna fare così:
- Prendere una sedia;
- Posizione iniziale: in piedi;
- Appoggiare il piede dell’arto dolente sulla sedia, il ginocchio dev’essere sopra al livello dell’anca;
- Da questa posizione, sollevare ulteriormente il ginocchio;
- Non piegare la schiena da una parte!
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Una persona alta dovrebbe mettere dei libri sulla sedia per appoggiare il piede più in alto.
Guarda l’articolo sugli esercizi per l’anca che spiega come riconoscere se l’ileo psoas è accorciato, quindi può essere indicato lo stretching.
2. Trattamento del muscolo piriforme e del diaframma
Dopo lo psoas, fai attenzione a questi due muscoli:
Il piriforme è un muscolo che origina dall’osso sacro e si inserisce nel femore.
La sua azione è la rotazione esterna dell’anca.
Il diaframma è il muscolo respiratore per eccellenza e si inserisce sulle prime 3 vertebre lombari.
Ileo psoas, piriforme e diaframma sono i muscoli su cui fare sempre la terapia manuale perché possono causare sintomi in diverse parti del corpo.
Si possono fare anche degli esercizi per correggere le anomalie di questi muscoli.
Ricorda che generalmente il piriforme è debole e allungato, quindi lo stretching non è indicato.
Vai nella pagina della sindrome del piriforme per vedere gli esercizi consigliati.
3. Esercizi per correggere le disfunzioni lombari
Perché?
I nervi dell’anca originano dalla schiena lombare.
Quindi una disfunzione nella parte bassa della schiena può causare dolore al gluteo, all’anca e anche dolori alle gambe.
In particolare si consigliano:
- Gli esercizi Mckenzie,
- Il rinforzo del grande gluteo.
Questo muscolo si può rinforzare con degli esercizi specifici, inoltre S. Sahrmann consiglia di effettuare una contrazione del gluteo ad ogni passo, quando si appoggia il tallone.
Inoltre, questo è il mio esercizio preferito.
Esercizio per il rinforzo del grande gluteo:
- Posizione iniziale: Seduto per terra, con le ginocchia piegate.
- Spostare le spalle indietro e appoggiare le mani per terra.
Ora il corpo è appoggiato sulle piante dei piedi, sui glutei e sulle mani. - Da questa posizione, sollevare il sedere.
- Se possibile, estendere prima un ginocchio e poi l’altro.
- Ritornare alla posizione di partenza.
- Ripetere 20 volte.
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4. Correzione dell’instabilità della pelvi
Questa può causare una contrattura del muscolo piriforme.
Spesso il dolore al gluteo e all’anca (inguine) si verificano insieme.
Il piriforme è l’unico muscolo che attraversa l’articolazione sacro-iliaca, quindi se questa è instabile, automaticamente si sviluppa una contrattura di difesa.
Lavorare sulla contrattura non risolve il problema, se prima non si stabilizza l’articolazione sacro-iliaca.
Perché l’articolazione tra sacro e bacino diventa instabile o troppo flessibile?
Questo succede per esempio se l’anca è rigida.
Quindi? Cosa fare?
1) Camminare con una cavigliera sulla gamba dolorante.
In questo modo, ad ogni passo, il peso tira verso il basso il femore.
Quindi riduce la compressione della testa femorale contro il bacino.
2) Esercizio di stretching da sdraiati
- Posizione iniziale: sdraiati a pancia in su.
- Per allungare i flessori dell’anca, bisogna portare il ginocchio “sano” verso il petto.
- Poi, contrarre gli addominali mentre si estende l’arto dolente.
- Ripetere 10 volte.
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3) Esercizio in posizione quadrupedica (a 4 zampe)
- Posizione iniziale: su un tappetino appoggiando le mani, le ginocchia e il dorso del piede.
- Spingere posteriormente il corpo con la forza delle braccia, come per sedersi sui talloni.
- Fermarsi quando l’anca si blocca e si muovono solo il bacino e la schiena.
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4) Esercizio in posizione prona (a pancia in giù)
- Posizione iniziale: sdraiati a pancia in giù con un cuscino sotto la pancia.
- Piegare il ginocchio,
- Portare il piede oltre il ginocchio opposto.
- Ritornare indietro,
- Ripetere 20 volte.
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Altri trattamenti per l’anca:
- Riabilitazione in acqua o idrokinesiterapia (Romeo et al. – 2013),
- Insegnare al paziente a usare il bastone con la mano opposta all’anca dolente
- Nuoto, cyclette o bicicletta
In certi casi si consiglia di recarsi da:
- Un podologo (per acquistare dei plantari che correggono difetti d’appoggio), Se una gamba è più corta dell’altra, si può mettere un rialzo nella scarpa per ridurre la differenza di lunghezza,
- Un nutrizionista (per aiutare a ridurre il peso del corpo).
E lo sport si può fare?
Alcuni sport sono controindicati perché possono peggiorare le condizioni dell’anca, per esempio la corsa.
Invece il nuoto e la canoa (kayak) permettono di fare attività fisica senza danneggiare l’articolazione.
Leggi anche:
- Intervento di protesi d’anca
- I rischi, le complicanze e la durata della protesi d’anca
- Diagnosi dell’artrosi all’anca
Bibliografia
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