L’intervento di protesi d’anca è una procedura chirurgica in cui la cartilagine danneggiata e le ossa che compongono l’articolazione sono sostituite da materiali artificiali.

L’articolazione dell’anca è formata da una sfera (testa del femore) inserita in una cavità (acetabolo del bacino).

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Test di movemento dell’anca
© Massimo Defilippo

 

Post-intervento di protesi d’anca

I primi 10 giorni, il paziente:

  1. rimane ricoverato in ospedale
  2. dev’essere seguito dall’equipe che ha eseguito l’intervento,
  3. inizia il percorso riabilitativo con il fisioterapista.

Nella stragrande maggioranza dei casi, l’arto operato rimane più corto dell’altro.
Questo avviene perché entrambi soffrono di artrosi, quindi l’arto “normale” ha meno cartilagine che fa da spessore, quindi bisogna utilizzare una scarpa con una suola più alta di circa 2-3 centimetri rispetto all’arto operato.

Se la protesi è stata impiantata con la tecnica standard, è necessario tenere un cuscino tra le gambe quando si sta a letto per mantenere la nuova articolazione dell’anca nella giusta posizione ed evitare il rischio di lussazione.

L’infermerie inserisce un catetere nella vescica per urinare. Generalmente si rimuove il giorno dopo l’intervento.

 

Cosa fare dopo l’intervento?

Per i primi giorni dall’operazione, la fisioterapia consiste nell’iniziare i movimenti degli arti inferiori senza carico, esercizi per:

È fondamentale che il paziente impari a svolgere i movimenti e le attività quotidiane in modo diverso.
Appena l’ortopedico permette di alzarsi da letto, il paziente deve imparare a:

  • Camminare correttamente
    Iniziare con un deambulatore (girello) e poi continuare con un bastone canadese (nella mano opposta all’anca operata).
    Non incrociare le gambe mentre cammini o quando ruoti/cambi direzione.
  • Sedersi e alzarsi dalla sedia
    Evitare di sedersi con il ginocchio a un livello più alto dell’anca. Mettere dei cuscini sopra la sedia se è bassa.
    Non accavallare le gambe
    Non entrare in una vasca da bagno se non c’è un seggiolino per sedersi.

Sedersi-e-alzarsi-dalla-sedia

  • Salire e scendere dall’auto
    Sedersi sul sedile anteriore con due cuscini e lo schienale reclinato.
    Per scendere, posizionare un cuscino tra le ginocchia.
  • Alzarsi dal letto o dalla sedia
    Evitare di chinarsi in avanti per alzarsi dalla sedia o dal letto.
    Prima far scivolare le anche in avanti fino al bordo anteriore della sedia, poi cominciare ad alzarsi.

Alzarsi-dalla-sedia,protesi anca

  • Andare in bagno
    Non sederti troppo su una sedia o su una toilette basse.
    Utilizzare un alza-water.

Andare-in-bagno,protesi anca

  • Come dormire
    Non sdraiarti sul fianco dell’anca operata se il medico non dà il permesso.
    In posizione sdraiata sul fianco, tenere un cuscino grande tra le ginocchia.
    Tenere le ginocchia lievemente piegate.

Protesi-anca-Come-dormire

  • A letto, non sollevare le coperte piegandoti avanti
    Utilizzare una pinza lunga per afferrarle.

Prendere coperte,protesi anca

  • Posizione corretta in piedi
    Non stare in piedi con i piedi rivolti verso l’interno.

Posizione-corretta-in-piedi,protesi anca

  • Salire le scale
    Per salire le scale bisogna portare avanti prima la gamba sana, poi quella operata e infine le stampelle
  • Scendere le scale
    Per scendere le scale bisogna portare subito le stampelle sul gradino inferiore, poi si scende con la gamba operata e infine quella sana
  • Piegarsi per sollevare degli oggetti
    Mai piegarsi con le mani oltre il livello del ginocchio, utilizzare:

    • Spazzola con manico lungo,
    • Spugna con manico lungo,
    • Infila calze,
    • Pinza con manico lungo,
    • Calzascarpe con manico lungo.

Piegarsi-per-sollevare-degli-oggetti,protesi anca

Altri consigli:

  1. Evitare di stare seduto per almeno un ora, bisogna alzarsi ogni tanto anche solo per fare pochi passi.
  2. Sdraiarsi senza cuscini nel letto per almeno 15-30 minuti al giorno per prevenire lo sviluppo di rigidità nei muscoli flessori dell’anca (parte anteriore della coscia e inguine).

Quando iniziare la fisioterapia e gli esercizi di riabilitazione?

La riabilitazione dovrebbe iniziare il giorno dopo l’intervento chirurgico e in pochi giorni si può camminare con:

  • Un deambulatore,
  • Le stampelle,
  • Un bastone canadese.

Si deve continuare la fisioterapia a domicilio o in ambulatorio per alcuni mesi dopo l’intervento.

Quali sono i movimenti non concessi?

Nei primi 2-3 mesi bisogna prestare attenzione al movimento combinato di:

  1. Flessione,
  2. Adduzione (spostamento della coscia verso l’interno),
  3. Rotazione interna dell’anca,

Appena la protesi si è fissata stabilmente, l’ortopedico concede il permesso di eseguire tutti i movimenti senza limitazioni.

Se la protesi è inserita con accesso anteriore (la cicatrice è a livello dell’inguine) bisogna stare attenti al movimento combinato di:

  1. Estensione,
  2. Abduzione,
  3. Rotazione esterna.

Dopo la dimissione, è importante che  il paziente non smetta di muoversi e camminare perché si rischia di non recuperare completamente.

E la riabilitazione in piscina?

Considerando l’età del paziente, non è sempre possibile la riabilitazione in acqua o idrokinesiterapia.
Tuttavia, nelle prime fasi può aiutare il recupero perché permette di fare gli esercizi in piedi, ma con carico ridotto sulla protesi.
Quindi, se possibile, si consiglia di fare riabilitazione in acqua nelle strutture che sono attrezzate per prevenire le cadute.

Dopo quanto tempo si può fare la doccia?

Di solito il chirurgo permette di fare la doccia e bagnare la ferita dopo circa 15 giorni dall’intervento.

Per quanto tempo si devono usare le stampelle (bastoni canadesi)?

Il carico dev’essere sfiorante (solo il piede appoggia a terra, ma non si può caricare il peso del corpo) in caso di osteotomia, cioè se è stato asportato un pezzo di osso del femore, ad esempio per modificare l’allineamento.

Leggi anche:

Bibliografia

  • Crawford AJ, Hamblen DL. Outline of Orthopaedics , thirteenth edition, London: Churchill Livingstone, 2001
  • Brandt CD. Diagnosis and non-surgical management of osteoarthritis. USA: Professional Communications, Inc. 2010
  • Batra S, Batra M, McMurtrie A, Sinha AK. Rapidly destructive osteoarthritis of the hip joint: a case series. Journal of orthopaedic surgery and research 2008;3(1):3.
  • Walters J, editor. Orthopaedics – A guide for practitioners. 4th Edition. Cape Town: University of Cape Town, 2010.
  • Bloomfield SA Changes in musculoskeletal structure and function with prolonged bed rest. Med Sci Sports Exerc. 1997 Feb; 29(2):197-206.sc

 

Dr. Giovanni Defilippo – Medico

Giovanni Defilippo Mi chiamo Giovanni Defilippo, sono un ex Medico di Base di Rubiera con 40 anni di esperienza.
Mi sono laureato presso l’università degli studi di Bologna nel 1972 … Biografia completa

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