La frattura della caviglia è la lesione delle ossa della gamba, può essere nella parte inferiore:

  • Della tibia,
  • Del perone.

Può anche coinvolgere l’osso dell’astragalo che si trova nella parte superiore del piede.

La frattura capita spesso a livello dei malleoli, in questo caso si parla di frattura malleolare.

Se sono coinvolti entrambi i malleoli si definirà bimalleolare.

Esiste anche la frattura trimalleolare, cioè un interruzione di continuità nei due malleoli e in un altra sporgenza ossea nella porzione inferiore della tibia.

 

Chi sono i soggetti colpiti?

I soggetti colpiti sono spesso di mezz’età o sportivi.

Tuttavia, può capitare anche negli anziani che soffrono di osteoporosi.

Questa situazione si verifica quando l’osso è meno denso (o demineralizzato) perché non si fissa abbastanza calcio nelle ossa.

 

Quali sono le cause della frattura della caviglia?

Cause della frattura della caviglia

La Tibia e il perone possono fratturarsi in modo traumatico per:

  • Semplici cadute;
  • Scivolando da una scala;
  • Per un passo falso, cioè appoggiano il piede in una buca o una pozzanghera senza accorgersene;
  • Per eccessivo stress negli sportivi;
  • Per un incidente stradale o motociclistico (come è successo a Valentino Rossi).

Non bisogna dimenticare che la tibia può essere interessata da tumori ossei che rendono fragile la struttura e la predispongono alla rottura.

 

Quali sono i fattori di rischio?

Fattori di rischio della frattura alla caviglia

  • L’età.
  • L’osteoporosi.
  • Carenza di vitamina D.
  • Alimentazione ricca di alimenti infiammatori;
  • Sport pericolosi (motocross ecc.).

Attenzione: in caso di osteoporosi non bisognerebbe concentrarsi solo sulle terapie.

Bisogna capire anche il motivo per cui si ha poco calcio nelle ossa.

Per esempio, potrebbe essere l’effetto collaterale di alcuni farmaci.

Ad esempio, una mia paziente con reflusso aveva un’osteoporosi grave già a 60 anni.

Invece, a quest’età di solito l’osteoporosi è lieve.

Inoltre, alcune persone potrebbero avere problemi di assorbimento, ad esempio a causa dell’intolleranza o ipersensibilità a:

  • Glutine,
  • Latticini.

 

Quali sono i sintomi?

Sintomi della frattura alla caviglia

In fase acuta i segni e i sintomi sono:

Questi sono i segni tipici dell’infiammazione.

Tuttavia, nei primi 15 minuti circa dopo il trauma (a caldo) non è strano vedere un paziente che:

  • Cammina con un leggero fastidio,
  • Torna a casa in bicicletta (dopo essere caduto).

Questo perché l’infiammazione ha bisogno di tempo per svilupparsi.

Il dolore e il gonfiore aumentano progressivamente.

Dopo 1/2 ore si arriva circa al massimo dell’infiammazione.

Per i primi 3 giorni il dolore è costante e molto intenso.

In fase post-acuta (dopo i primi giorni), il dolore si sente:

  • Nell’appoggio del piede a terra,
  • Durante il cammino,
  • Alla pressione,
  • Con il movimento del piede.

Però ognuno risponde in maniera diversa, quindi ad alcune persone potrebbe rimanere anche a riposo per diverse settimane.

Se la frattura ha danneggiato un nervo, si possono perdere:

  • Il movimento,
  • La sensibilità sulla pelle.

Questo solo nel territorio attraversato da quel nervo.

 

Quali sono le complicazioni della frattura?

Complicazioni della frattura della caviglia

Il problema di questo tipo di lesioni è che possono coinvolgere anche:

  • L’apparato muscolo-tendineo,
  • I nervi,
  • I vasi sanguigni.

Se l’osso ha una frattura scomposta può ledere o strappare:

  • Il muscolo soleo,
  • Il gastrocnemio (principale muscolo del polpaccio),
  • Gli altri muscoli della gamba.

Inoltre può danneggiare anche i tendini:

Una lesione del nervo può causare la perdita di:

  • Sensibilità,
  • Forza,
  • Riflessi tendinei.

La frattura di Tibia e Perone può causare una flebite, cioè un’infiammazione della parete venosa degli arti inferiori.

Se oltre all’infiammazione si forma un coagulo di sangue o trombo, questo può ostruire la vena causando una tromboflebite.

Se il trombo si stacca (embolo) dalla parete venosa e va in circolo, può causerà danni molto gravi, per esempio un ictus.

 

 

Fisioterapia

Nei primi due mesi dalla frattura, il soggetto cammina con l’ausilio di bastoni canadesi o un deambulatore (girello).

Se è una persona anziana può ricorrere alla sedia a rotelle.

La Magneto terapia può aiutare per almeno 3 settimane, anche con il gesso.

Per un articolo che spiega come recuperare più velocemente dopo una frattura, clicca qui.

Appena la frattura si consolida e la formazione di callo osseo è visibile dalla radiografia, si deve iniziare la fisiokinesiterapia.

Un obiettivo importante è recuperare l’ampiezza di movimento di:

  • Caviglia,
  • Ginocchio.

Per evitare la perdita di tono e trofismo muscolare, è utile un programma di rinforzo muscolare.

Questo permette di recuperare anche la stabilità dell’articolazione.

Mentre si indossa il gesso, si possono eseguire alcuni esercizi per l’articolazione dell’anca con lo scopo di mantenere la forza dei muscoli della coscia.

In particolare, è importante allenare i quadricipiti perché sono i primi che si indeboliscono.

Già nei primi 2/3 giorni di immobilità ci può essere una perdita importante del quadricipite.

Quando la calcificazione è iniziata si può controllare il dolore con altre terapie strumentali come la Laserterapia.

Questa terapia aiuta anche a velocizzare la guarigione delle fratture delle ossa superficiali come il malleolo.

Questo perché stimola l’entrata del calcio all’interno delle cellule ossee.

Tuttavia, la penetrazione del raggio laser è limitata.

 

Quali sono i tempi per ritornare all’attività quotidiana?

Tempi per ritornare all’attività quotidiana

La frattura della tibia è tra quelle che consolidano più lentamente insieme allo scafoide del carpo.

in caso di frattura semplice un maschio giovane impiega circa 3-4 mesi per guarire completamente.

Con la magneto terapia i tempi si possono velocizzare.

Inoltre, può aiutare in quei casi in cui la calcificazione non inizia.

In caso di frattura comminuta o esposta, i tempi di recupero aumentano fino ad alcuni anni nei pazienti osteoporotici.

Prognosi per il paziente con frattura del malleolo esterno post intervento

Per riprendere le principali attività della vita quotidiana, bisogna aspettare il permesso dell’ortopedico che di solito viene dato prima della completa calcificazione, dopo 2 mesi circa.

Quando il medico concede il carico completo, è utile camminare perché questo:

  • Stimola e velocizza il consolidamento,
  • Attiva il rimodellamento osseo che serve per ridare alla tibia e al perone la forma e la consistenza pre-frattura.

I mezzi di sintesi hanno una durezza maggiore dell’osso e in caso di trauma possono causare alcune lesioni ai tessuti adiacenti.

Se la frattura è causata da un trauma molto forte, possono rimanere degli esiti (conseguenze a lungo termine).

Per esempio, la lesione di un nervo provoca la perdita di forza, sensibilità, riflessi ostro-tendinei e formicolio, fino alla paralisi completa.

Leggi anche:

Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

RESTA AGGIORNATO

 

Iscriviti alla newsletter per ricevere le ultime news


Fisioterapia Rubiera