La periostite (o sindrome da stress tibiale mediale ) è una disturbo causato da sovraccarico ed è molto frequenti nei corridori.

In passato, La periostite era considerata l’infiammazione acuta del periostio, ovvero la membrana di tessuto connettivo che ricopre l’osso, solitamente colpisce la tibia.

Periostite-della-Tibia

Composizione interna dell’osso
© guniita/bigstockphoto.com

Le altre aree dell’osso non sono dolorose.

Tuttavia, gli studi più recenti mostrano che questo disturbo è provocato da microtraumi ripetuti sulla tibia a causa di attività fisiche in piedi (Beck – 1998).

Quindi, l’origine del dolore può essere l’osso stesso, ma anche il tessuto miofasciale che vedremo nel capitolo delle cause.

Le fitte sono molto intense perché il periostio è molto innervato, per usare dei termini comprensibili a tutti è come un “calcio nello stinco”.

Diverso è il caso della periostite infettiva, causata da un’infezione batterica che si tratta con Farmaci.

 

Chi colpisce?

I soggetti colpiti nella stragrande maggioranza dei casi sono runner:

  • Podisti,
  • Velocisti.

In certi casi la periostite interessa:

  • Calciatori,
  • Cestisti
  • Altri sportivi che corrono molto.

 

Quali sono le cause della periostite?

1) L’infiammazione del periostio si può verificare dopo un trauma diretto sull’osso, ma è abbastanza raro.

2) Gli atleti che soffrono più spesso per questo problema sono quelli che hanno un piede cavo e pronato perché tengono in tensione il periostio durante la corsa.

Il tibiale posteriore è un muscolo supinatore, quindi è fondamentale:

  1. nei movimenti del piede
  2. per l’equilibrio e la correzione della postura.

Cause della periostite

Gli atleti con un piede pronato hanno almeno il doppio delle probabilità di sviluppare una sindrome da stress tibiale mediale (Yates et al. – 2004).

Tuttavia ci sono studi contrastanti, come spesso accade.

Cause-della-periostite

Secondo uno studio Ferber et al. (2009), non c’è un legame così netto tra le anomalie biomeccaniche (di forma e movimento) dell’arto inferiore (ginocchio valgo o varo, piede pronato, ecc.) e il dolore.

Invece, secondo una ricerca di Yates et al. (2004), la correzione del piede pronato prima di iniziare ad allenarsi riduce le probabilità di sviluppare una periostite.

3) La periostite colpisce soprattutto durante i periodi in cui c’è un incremento notevole dei km percorsi o della velocità, inoltre si può avvertire alla ripresa degli allenamenti dopo una pausa (Wilder et al. – 2004).

Del resto, non ho mai visto una persona che non fa sport e soffre di periostite.

4) Tuttavia, si parla poco della causa più frequente di periostite o comunque di una concausa: il dolore di origine articolare.

Cause della periostite

Infatti, in generale, l’origine più frequente del dolore è un blocco articolare della tibia a livello della caviglia o del ginocchio.

La tibia collega queste due articolazioni dell’arto inferiore.

Ci sono sostanzialmente due possibilità:

  • A livello del ginocchio, spesso è bloccata la rotazione interna o il movimento di inclinazione laterale (molto breve, direi un micromovimento).
  • A livello della caviglia, generalmente la tibia è bloccata in posizione anteriore rispetto al resto del piede.

Le articolazioni sono ricche di terminazioni nervose.

Quindi, in caso di malfunzionamento o malposizionamento articolare, i nervi potrebbero inviare dei segnali di dolore.

Naturalmente il dolore dipende da tanti fattori, anche lo stress o una notte insonne possono peggiorare la situazione e causarmi dolore.

Poi faccio una bella dormita e il giorno dopo mi sveglio con molto meno dolore.

Però, se l’articolazione funziona bene dovrei stare bene anche se dormo poco.

 

Fattori di rischio della periostite

I fattori che favoriscono la comparsa della patologia sono:

  • Calzature non adeguate
  • Corsa in discesa
  • Terreno di gioco troppo duro o irregolare
  • Obesità
  • Atleti che hanno già avuto un infortunio agli arti inferiori e corrono almeno 30 km a settimana (Dugan et al. – ),
  • Rigidità,
  • Debolezza,
  • Instabilità.

 

Quali sono i sintomi della periostite?

Il sintomo principale è il dolore nella regione centrale e interna della tibia.

Il dolore è diffuso, vago.

Può colpire solo una gamba, ma può essere bilaterale.

Quando fa male?

  1. Durante i movimenti di flessione plantare (abbassando la punta del piede),
  2. Correndo
  3. Saltando.

La periostite si può dividere in due fasi:

  • Nella prima fase, il dolore peggiora all’inizio dell’attività fisica e poi passa quando i muscoli si scaldano.
  • Nella seconda fase, il dolore è presente anche con uno sforzo minimo e può rimanere anche a riposo (Galbraith et al. – 2009).

A riposo i sintomi si riducono.
Il dolore aumenta al tatto (premendo sull’area infiammata).

Durante i movimenti di flessione plantare, correndo e saltando si avverte molto più intensamente, a riposo i sintomi si riducono.

 

Caratteristiche del dolore in base alla causa

Sindrome da stress tibiale mediale

Questo disturbo provoca:

Dolore nella parte inferiore e interna della tibia.

Il dolore si sente quando si inizia a correre e nelle prime fasi passa dopo alcuni minuti.

Nei casi più avanzati, il dolore rimane durante l’allenamento e si sente anche a riposo.

Dopo un allenamento, si può sentire anche di notte.

 

Fisioterapia per la periostite

Crioterapia-ghiaccio

In fase acuta la terapia migliore è la crioterapia (ghiaccio) e il riposo funzionale, è fondamentale interrompere le attività sportive prima che la periostite diventi cronica.

Si consiglia di applicare il ghiaccio per 15/20 minuti, 3 volte al giorno.

Attenzione, il ghiaccio serve per “anestetizzare” temporaneamente, ma non cura o stimola la guarigione.

Nemmeno in caso di dolore di origine muscolare il ghiaccio aiuta.

Le seguenti terapie si possono provare in fase acuta, ma non sono state provate scientificamente:

  1. Ultrasuoni,
  2. Elettrostimolazione,
  3. Camminare con le stampelle.

Del resto, come sempre, le terapie sintomatiche danno effetti discutibili.

Invece, quello che bisogna capire è se ci sono:

  • Dei blocchi ossei a livello delle articolazioni,
  • Delle rigidità del tessuto connettivo.

Questa è la ragione più frequente di dolore perché in caso di rigidità di questi tessuti, le conseguenze sono:

  1. Un’alterazione della postura, per esempio un piede pronato,
  2. Una compressione di piccoli vasi sanguigni che riduce l’afflusso di sangue e può causare la formazione di contratture muscolari o una frattura da stress,
  3. La compressione di alcuni piccoli nervi che provoca dolore.

 

Trattamento del tessuto connettivo

Le tensioni del tessuto connettivo sono probabilmente l’origine del problema.

Si tratta di reti di tessuto parzialmente elastico che uniscono tutti gli organi, muscoli e ossa del corpo.

Questo tessuto può sviluppare aderenze e retrazioni che comprimono o stirano alcune terminazioni nervose (piccole ramificazioni dei nervi).

Quindi è importante un trattamento della fascia di tessuto connettivo di tutta la gamba, dal piede al ginocchio.

 

Osteopatia e terapia manuale

Se il trattamento del tessuto connettivo non fosse sufficiente, un osteopata o un terapista manuale può sciogliere le tensioni nel resto del corpo.

Infatti, un problema nella parte superiore del corpo si può trasmettere fino al piede dato che il corpo è fatto da catene muscolari ed ossee che collegano ogni sua parte.

Quindi, se l’origine del problema è il piede o la gamba, un trattamento locale è sufficiente.

Se invece la tensione è nella parte superiore del corpo, bisogna analizzare anche:

  1. Bacino,
  2. Torace,
  3. Cranio.

Dopo i primi 2/3 giorni, bisogna capire qual é l’origine del problema per eliminare la causa e non solo i sintomi, altrimenti, alla ripresa degli allenamenti c’è il rischio di recidiva.

Bisogna quindi capire e correggere Il movimento della tibia e delle altre ossa:

  • A livello del ginocchio,
  • Nella caviglia.

Si consiglia di evitare l’allenamento su terreni duri e in pendenza.

Kinesio Taping per la periostite tibiale

Caratteristiche:

  1. Azione: drenante-decontratturante.
  2. Forma: Una striscia ad ”I”.
  3. Lunghezza: dall’alluce fino alla testa del perone.
Periostite della tibia

Periostite della tibia
© Massimo Defilippo

Come si applica?

  • Posizionare il piede in flessione plantare e ancorare la base del nastro all’alluce tramite un buco circolare.
  • Applicare il nastro senza tensione seguendo il decorso del tibiale anteriore, fino alla testa del perone.

Che sport si può fare finché si sente dolore?

Per dare al corpo il tempo di guarire senza sovraccaricare la tibia si può praticare:

  1. Corsa in piscina,

  2. Nuoto,

  3. Cyclette,

  4. Ellittica.

Allungamento e rinforzo muscolare

Lo stretching della zona dolente è controindicato perché può solo peggiorare la situazione:

  • Riducendo ancora il flusso sanguigno,

  • Aumentando il sovraccarico della tibia.

L’allungamento del polpaccio può essere utile se eseguito mediante contrazioni eccentriche.

Come si fa?

  1. Salire su un gradino,

  2. Appoggiare solo le punte dei piedi sul gradino, i talloni rimangono sospesi.

  3. Sollevare i talloni più possibile,

  4. Sollevare il piede della gamba sana (quindi rimani appoggiato solo sulla gamba dolente),

  5. Scendere con il tallone più possibile, molto lentamente.

  6. Ripetere 5/10 volte

Calzature

Una scarpa non adatta o troppo usurata è un fattore di rischio per lo sviluppo della periostite.

Si consiglia di cambiarla ogni 700 km di corsa circa.ù

Esercizi propriocettivi o di equilibrio

Questo tipo di esercizi è fondamentale per migliorare il controllo neuromuscolare, cioè la coordinazione.

Si può fare su:

  1. Una tavoletta propriocettiva,
  2. Un cuscinetto.

Questa terapia:

  1. Migliora l’efficacia dei muscoli che stabilizzano la caviglia,
  2. Aiuta il piede a reagire meglio durante la corsa sui terreni irregolari.

 

Fisioterapia strumentale

Per agire sull’infiammazione ci sono delle terapie fisiche che hanno effetto antinfiammatorio, le più indicate sono:

  1. Gli ultrasuoni
  2. La Laserterapia

Sono ottimi rimedi perché penetrano nei tessuti connettivi come il periostio.

Tuttavia, si tratta di terapie sintomatiche, quindi non tolgono l’origine del problema.

Le onde d’urto sono indicate per questo disturbo, ma la zona è molto dolorosa, quindi la terapia può fare molto male.

Questa terapia ha il vantaggio di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni.

Quindi porta molto più sangue ai tessuti.

La conseguenza è un miglior funzionamento della cellula e questo favorisce la guarigione.

Diciamo che non risolve il problema, ma lo aggira.

Quindi può avere un risultato a lungo termine.

 

Corsa naturale con scarpe minimaliste o scalzi

Oggi va molto di moda questo tipo di corsa perché permette di ridurre le forze di “collisione” del terreno contro il tallone.

Cosa sono le scarpe minimaliste?

Per convenzione, si considera minimalista una scarpa con:

  1. Suola flessibile,
  2. Peso minore di 200 g,
  3. Altezza massima della suola di 2 cm,
  4. Differenza di altezza tra la parte anteriore e posteriore minore di 7 mm.

Tuttavia, non bisogna trascurare che questo effetto va a discapito:

  1. Del polpaccio,
  2. Del tendine d’Achille (Jandacka et al. – 2017).

Molti adulti con oltre 40 anni si sono rivolti a me per un dolore al polpaccio dopo aver cambiato stile di corsa.

Infatti, passando dalle scarpe classiche a quelle minimaliste dopo tanti anni di corsa, il polpaccio ha avuto uno stiramento.

Quindi, se può essere accettabile in un adolescente, lo sconsiglio agli adulti e anziani, a meno che non facciano un passaggio molto graduale.

In conclusione, uno studio scientifico di Murphy et al. (2013) afferma che questo stile di corsa non previene gli infortuni nei corridori.

 

Quali sono i tempi di recupero? La prognosi

I tempi di guarigione sono variabili, ma se presa in fase iniziale si può risolvere in circa un mese se il paziente riposa ed effettua le terapie adatte.

La prevenzione delle recidive è fondamentale, bisogna:

  1. Cambiare le scarpe,
  2. Cambiare il terreno per l’allenamento,
  3. Eventualmente inserire un plantare nelle scarpe.

Leggi anche:

Bibliografia:

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Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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