La lesione del tendine di Achille è un infortunio che interessa un cordone fibroso che collega i muscoli del polpaccio al tallone.

Si tratta di un tendine particolare perché:

  1. È quello che deve sopportare un carico maggiore,
  2. È il più lungo.

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Il tendine può rompersi completamente o solo parzialmente.

 

Chi colpisce?

Gli studi mostrano che si verifica in circa 1,8-2,5 persone su 100.000 ogni anno.

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Generalmente i soggetti colpiti sono:

  • Giovani o adulti di metta età, con un età media da 37 a 43,5 anni
  • Sani,
  • Attivi (Uquillas et al. – 2015).

Spesso colpisce gli sportivi, in particolare quelli che praticano basket (Raikin et al. – 2013) e fanno molti salti.

 

Perché il tendine d’Achille si rompe più spesso degli altri tendini?

A parte il tendine sovraspinoso della spalla (che scorre tra due ossa), il tendine d’Achille è quello che si lesiona più frequentemente.

Ci sono delle caratteristiche del tendine che lo rendono vulnerabile.

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In pratica:

  1. La guaina che riveste il tendine è più sottile rispetto a quella degli altri tendini e non trasporta una quantità sufficiente di nutrienti,
  2. Il nutrimento del tendine arriva dal polpaccio e dal tallone.
    Dato che il tendine è molto lungo, la parte centrale riceve meno rifornimenti di ossigeno e nutrienti.

Quindi, la zona centrale del tendine è più predisposta alle lesioni.

 

Come si sviluppa la lesione del tendine?

Ci sono due teorie sullo sviluppo della rottura del tendine d’Achille:

  1. Secondo la prima teoria, la degenerazione cronica del tendine porta a una rottura senza la necessità di applicare carichi eccessivi (Longo et al. – 2009). Questa teoria è stata creata per la prima volta dopo che Arner et al. (ARNER et al. – 1959) hanno riscontrato alterazioni degenerative in tutti i 74 dei loro pazienti con rotture acute di Achille.
    In pratica, la riduzione del flusso sanguigno al tendine provoca ipossia (calo della quantità di ossigeno).
    La conseguenza è la degenerazione tendinea.
    In base alla mia esperienza, questo può essere causato dalla formazione di contratture e aderenze tra i tessuti del polpaccio.
  2. L’altra teoria si basa sul fatto che il tendine si rompe più facilmente se sottoposto a una forza obliqua quando il tendine ha una lunghezza ridotta, cioè non quando è allungato.
    In questa situazione, una contrazione muscolare massima del polpaccio può causare la rottura. Questo rischio è aggravato quando la coordinazione muscolare è scarsa.
    Per questo è più frequente negli sportivi della domenica.

 

Quali sono i Fattori di rischio?

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Tra i fattori di rischio ci sono:

  • l’Età, nel senso che gli sportivi più anziani,
  • L’indice di massa corporea, le persone sovrappeso (Lemme et al. – 2016),
  • Gli alteti maschi che praticano sport in modo amatoriale e non continuativo (Lantto et al. – 2015).

 

Quali sono le cause delle lesioni del tendine d’Achille?

Le rotture acute del Tendine d’Achille possono essere causate:

  • Da un carico improvviso ed eccessivo,
  • Le attività pliometriche (ad esempio, il salto), quando una grande forza eccentrica (o negativa) è seguita da una grande contrazione concentrica (contrazione con accorciamento del muscolo) (O’Brien 1992),
  • Dalla degenerazione,
  • Raramente, da una malattia sistemica (Järvinen et al. – 2005),
  • Assunzione di steroidi anabolizzanti,
  • Assunzione di antibiotici fluorochinolonici,
  • Iniezioni di cortisone (Inhofe et al. – 1995).

I farmaci citati indeboliscono il tendine.

Gli studi istologici (dei tessuti) hanno dimostrato che la maggior parte dei pazienti ha delle alterazioni degenerative al tendine.

Ultimamente l’incidenza delle rotture del tendine d’Achille è aumentata.

Questo è dato dall’aumento dell’attività fisica nelle persone adulte e anziane (Lantto et al. – 2015).

 

Segni e sintomi di rottura del tendine d’Achille

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I sintomi precoci sono:

  • Appena si rompe il tendine, il paziente ha:
    • Una sensazione di Crack o una frustata nel tendine,
    • Un cedimento del polpaccio e del tallone.
  • Il dolore è immediato, ma sparisce gradualmente (Egger et al. – 2017).
  • Il piede rimane in flessione plantare.
  • Il paziente zoppica.

La maggior parte dei pazienti che hanno una rottura del tendine d’Achille, non hanno sintomi prima dell’infortunio (Hoffmann et al.- 2011).

 

Sintomi di rottura del tendine d’Achille non immediati

All’inizio il paziente ha:

Successivamente si forma un ematoma.

Inoltre, se la lesione è completa, il polpaccio diventa:

  • Debole,
  • Completamente inefficace.

Il dolore può diminuire rapidamente e i tendini più piccoli possono mantenere la capacità di piegare le dita dei piedi.

Senza il tendine d’Achille è quasi impossibile piegare la punta del piede in avanti (flessione plantare).

Camminare in punta di piedi diventa impossibile.

 

Test per la lesione del tendine d’Achille

Un risultato positivo al test di Thompson può aiutare a confermare la diagnosi.

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Esecuzione:

  • Paziente prono con il piede oltre il bordo del lettino.
  • L’esaminatore comprime il polpaccio con le dita, all’esterno e all’interno del muscolo.
  • Se il piede non si muove bisogna sospettare una rottura completa.

Questo test consente di isolare la connessione tra il muscolo del polpaccio e il tendine.

Cioè esclude gli altri tendini che possono ancora permettere un debole movimento.

Altri test sono:

  • Il controllo della forza in flessione plantare, in caso di lesione è ridotta,
  • La flessione dorsale del piede passiva, in caso di rottura del tendine è maggiore (test di Matles).

 

Terapia conservativa per la lesione del tendine d’achille

I primi giorni, si consiglia di:

  • Tenere la gamba a riposo.
  • Evitare di caricare il peso sulla caviglia lesa per quanto possibile.
  • Utilizzare le stampelle finché consigliato,
  • Applicare impacchi di ghiaccio per i primi giorni. Per ridurre il dolore e il gonfiore si può tenere la caviglia nell’acqua fresca per 20 minuti, ogni tre o quattro ore per i primi due giorni.
  • Tenere la gamba in alto. Appoggiare la gamba su un cuscino quando si sta seduti o sdraiati.

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Le due opzioni principali per la gestione senza intervento sono:

  • L’immobilizzazione nel tutore,
  • La riabilitazione funzionale precoce.

Di solito si procedeva con:

  • L’immobilizzazione nel tutore per 4 settimane,
  • Il passaggio a un modello mobile per altre 4 settimane.

Gli studi mostrano che nell’86% dei casi i risultati sono buoni o eccellenti.

Nel protocollo di riabilitazione funzionale, i pazienti devono tenere il piede in uno stivale con zeppe e riduzione graduale della flessione plantare per 6 settimane.

Dopo inizia la fisioterapia.

È stato scoperto che il rinforzo funzionale:

  • È preferito dai pazienti,
  • Permette un ritorno alle attività più rapido.

Il programma di riabilitazione funzionale ha avuto un minor tasso di recidiva, cioè è più difficile rompere di nuovo il tendine.

In pratica è lo stesso che si verifica nei pazienti operati.

Secondo Lantto et al. (2016), la forza del muscolo polpaccio è stata recuperata prima nei pazienti operati rispetto ai non operati.

Porter et al. (2015) hanno scoperto che un programma di riabilitazione funzionale accelerato, in cui i pazienti hanno iniziato a muovere la caviglia prima possibile  (invece che dopo 10 giorni) ha permesso un ritorno più rapido alla corsa.

Io ritengo che sia importante cercare sempre la causa della lesione.

In questo caso, le contratture muscolari del polpaccio o le aderenze tra i tessuti possono provocare

 

Utilizzare una tallonetta

Il medico può consigliare di inserire una tallonetta o un plantare nella scarpa mentre si recupera.

Questo rimedio serve per proteggere il tendine d’Achille dall’allungamento che può peggiorare la situazione.

 

Prognosi della rottura del tendine d’Achille

La maggior parte delle persone torna a livelli normali di attività con il trattamento chirurgico o conservativo.

La fisioterapia può accelerare il tempo di recupero.

La riduzione del muscolo del polpaccio è una complicanza abbastanza frequente.

L’appoggio del peso inizia circa sei settimane dopo la rottura con un supporto sotto al tallone.

Generalmente si può tornare a correre dopo circa quattro-sei mesi.

Tuttavia, anche se la maggioranza degli atleti torna a correre e giocare, per il recupero al 100% (per tornare come prima) servono almeno 2 anni.

 

Riabilitazione post-intervento

0 – 3 Settimane: 

  • Tutore regolabile bloccato a 30° di flessione plantare, non si può tenere il piede a martello.
  • Non è concesso il carico per 3 settimane, non si può camminare in punta di piedi.
  • Riduzione del dolore e dell’edema (con ghiaccio, farmaci, massoterapia e laserterapia).
  • Movimenti delle dita dei piedi, delicato movimento del piede nel tutore, elevazione della gamba dritta, flessione ed estensione del ginocchio.
  • Per mantenere la forma fisica si consiglia la cyclette spingendo con il tallone, l’allenamento con i pesi e idrokinesiterapia (fisioterapia in piscina).

3 – 8 Settimane

  • Aumentare gradualmente il carico sulla gamba lesionata ed effettuare la rieducazione al passo in base alla tolleranza.
  • Dopo 6 settimane si può passare al carico completo.
  • Camminare con un tutore aumentando la flessione dorsale di 5° ogni settimana fino a 10° di flessione plantare.
  • Dopo 8 settimane, si possono indossare le scarpe con tacco alto (cioè stivali da cowboy).
  • Si possono eseguire esercizi isometrici dei muscoli dell’arto inferiore ad eccezione del polpaccio, leggeri movimenti di dorsiflessione attiva della caviglia fino ad allungare delicatamente il tendine d’Achille.
  • Aumentare gradualmente l’intensità e l’ampiezza dei movimenti isometrici del tendine Achille.
  • Aumentare lentamente l’ampiezza di movimento passivo e l’estensione del tendine d’Achille dopo 6 settimane.
  • Effettuare gli esercizi propriocettivi (per l’equilibrio) e il rinforzo dei muscoli profondi del piede.
  • A 6 settimane, si può aggiungere la cyclette con l’appoggio del tallone sul pedale. Allenamenti in acqua profonda.
  • Manipolazione e massaggio quotidiano del polpaccio e degli altri muscoli della gamba.

8 – 12 Settimane

  • Pieno carico con tallonetta se tollerato, rieducazione al passo.
  • Indossare una scarpa normale. Iniziare ad aumentare gradualmente gli esercizi attivi e contro resistenza del tendine d’Achille (cioè submassimali isometrici, isotonici, e con gli elastici).
  • Bisogna raggiungere la completa ampiezza di movimento passivo del tendine, senza forzare.
  • Progredire con l’attività in bicicletta e con il nuoto.
  • Si può guidare con il tutore.

3 – 6 Mesi

  • Eliminare gli spessori sotto al tallone.
  • Effettuare esercizi a catena cinetica chiusa, per esempio: squat, affondi, salita sulle punte bilaterale, sollevamento della punta dei piedi, contrazioni eccentriche lente e controllate con il peso corporeo.
  • Si possono eseguire le seguenti attività: ciclismo e vogatore, NordicTrack a meno che sia presente un’eccessiva fibrosi, si può fare un programma direttamente a casa.


6 Mesi

  • Progredire nell’allenamento jogging/running, salti ed esercizi eccentrici (contrazione muscolare negativa).
  • Si può passare ad attività sportive non competitive, esercizi di simulazione dello sport praticato.

8 – 9 Mesi

Ritorno allo sport competitivo e ai lavori pesanti.

Leggi anche:

Bibliografia:

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Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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