I tutori:
- Il tutore
- Ginocchiera
- Cavigliera
- Busto
- Tutori per l’arto superiore
- Tutori per la spalla
- Plantare ortopedico per correggere la postura.

Tutore per LCA
© Massimo Defilippo
Per le patologie dell’apparato muscolo scheletrico possono essere necessari dei tutori che immobilizzano o limitano il movimento delle articolazioni.
Nel post-operatorio di trapianto di LCA (legamento crociato anteriore) serve un blocco del ginocchio entro un range compreso tra 0° e 30° oppure tra 0° e 60°.
Questo tutore dev’essere indossato nei primi 30/40 giorni dopo l’operazione, 24 ore al giorno, quindi è importante che sia comodo per il paziente.
Si può camminare con questo tutore, ma per fare la riabilitazione si deve togliere per poter mantenere elastica l’articolazione del ginocchio e tutti i muscoli che agiscono sull’articolazione.
È indicato per: distorsioni, meniscopatie, sostegno alla riabilitazione, fasi post-chirurgiche.

Tutore per l’epicondilite.
© Massimo Defilippo
I pazienti con dolore al gomito, se soffrono di epicondilite hanno bisogno di un tutore che scarichi le forze lontano dall’epicondilo.
È fondamentale posizionare bene questa fascia perché invece di spostare il fulcro dei muscoli estensori e supinatori dell’avambraccio può premere sulla zona dolorosa riacutizzando l’infiammazione e quindi il dolore.
Nella posizione corretta permette al paziente di non soffrire prima e durante le terapie, inoltre è un ottima prevenzione quando è già guarito.
A differenza del tutore del ginocchio questo si deve indossare solo durante l’attività che sovraccarica l’articolazione, non serve di notte.
È indicato per: epicondilite o tendinopatie.

Tutore per centrare la rotula.
© Massimo Defilippo
Il tutore centra rotula si utilizza nei pazienti con dolore all’articolazione del ginocchio che soffrono di sindrome femoro-rotulea:
Da utilizzare durante tutto il giorno questo tutore permette di spostare la rotula verso l’interno o l’esterno in base al disturbo del paziente.
In questo modo l’osso della patella si articola correttamente con il femore e scorre nella gola intercondiloidea senza creare attrito tra le ossa, infiammazione e usura eccessiva della cartilagine.
Non serve tenere questo tutore di notte perché senza movimento e carico l’articolazione non si infiamma.
È indicato per: sublussazione della rotula, instabilità rotulea, sindrome femoro-rotulea, tendiniti, lassità articolare.

Tutori
© Massimo Defilippo
Il tutore del polso immobilizza l’articolazione ed è facilmente regolabile.
È più pratico di un gesso o una doccia gessata e dev’essere tenuto anche di notte perché muovendosi e girandosi nel letto si può compromettere l’infiammazione.
Le dita rimangono libere e possono compiere certi movimenti non pesanti come aiutare l’altra mano nell’allacciare le scarpe.
L’immobilità permette all’osso o all’articolazione di rimanere a riposo; in caso di frattura lascia a contatto i monconi che possono così consolidarsi, in caso di distorsione evitano le recidive prima di iniziare e durante la riabilitazione.
È indicato per: fratture, distorsioni, tendiniti, gotta, artrite reumatoide e post-operatorio.

Tutore rigido per la schiena.
© Massimo Defilippo
Il corsetto per la schiena ha delle stecche di metallo che fanno scaricare il peso del tronco dalle costole al bacino, in questo modo sulle vertebre e i sui dischi grava meno peso.
Da utilizzare solo di giorno dà molto sollievo a chi soffre di lombalgia ed è utile soprattutto in pazienti anziani, si può regolare facilmente.
È sconsigliato mantenere questo corsetto a lungo, se possibile va tolto dopo i primi due giorni per evitare di indebolire i muscoli della schiena.
Questo tutore dà anche un senso di sollievo e contenimento simile ad una pancera.
È indicato per: lombalgie, ischialgie, artrosi e per dare sollievo in caso di patologie oncologiche.
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