Introduzione

  • Cos’è la mobilizzazione passiva?
    • Definizione: La mobilizzazione passiva è una tecnica di riabilitazione in cui un fisioterapista o un dispositivo esterno muove una parte del corpo del paziente senza che quest’ultimo utilizzi i propri muscoli.
    • Scopo: Aiutare a mantenere o recuperare la mobilità articolare, ridurre il dolore e prevenire complicazioni come rigidità o atrofia muscolare.
  • Quando è necessaria?
    • Dopo interventi chirurgici (es. protesi d’anca, ricostruzione legamentosa).
    • Dopo fratture ossee (es. braccio, gamba, spalla).
    • Nel trattamento di alcuni disturbi come la capsulite adesiva,
    • Dopo un trauma (o contusione) che ha provocato molto dolore e rigidità,
    • In caso di immobilizzazione prolungata (es. ingessatura).

Cap0itolo 1: Cos’è una Frattura e Come Guarisce

  • Definizione di frattura: Rottura parziale o totale di un osso.
  • Tipi di fratture:
    • Semplici (chiuse).
    • Composte (esposte).
    • Scomposte (le ossa non sono allineate).
  • Processo di guarigione:
    • Fase infiammatoria.
    • Fase di riparazione.
    • Fase di rimodellamento.

Durante le ultime due fasi si può fare la mobilizzazione passiva in accordo con il medico per recuperare l’ampiezza di movimento.


Capitolo 2: Cos’è un Intervento Chirurgico e Come Influisce sul Corpo

  • Tipi di interventi chirurgici:
    • Ortopedici (es. protesi, fissazione di fratture).
    • Ricostruttivi (es. riparazione di legamenti), ecc.
  • Effetti dell’immobilizzazione post-operatoria:
    • Rigidità articolare.
    • Perdita di massa muscolare.
    • Rischio di trombosi.

Capitolo 3: Cos’è la Mobilizzazione Passiva e Come Funziona

  • Definizione dettagliata:
    • Movimenti eseguiti da un fisioterapista o da dispositivi meccanici.
    • Nessuno sforzo muscolare da parte del paziente.
  • Tecniche comuni:
    • Movimenti articolari lenti e controllati.
    • Uso di strumenti come la cyclette passiva o la tavola basculante.
  • Benefici:
    • Mantenimento della flessibilità articolare.
    • Miglioramento della circolazione sanguigna.
    • Riduzione del dolore e del gonfiore.

Capitolo 4: Quando Iniziare la Mobilizzazione Passiva

  • Tempi di recupero:
    • Dipendono dal tipo di intervento o frattura.
    • Generalmente, si inizia pochi giorni dopo l’operazione o la rimozione del gesso.
  • Fattori che influenzano l’inizio:
    • Gravità della lesione.
    • Condizioni generali di salute del paziente.
    • Presenza di complicazioni (es. infezioni).

Capitolo 5: Esercizi di Mobilizzazione Passiva Comuni

  • Per la spalla:
    • Movimenti di sollevamento e rotazione.
  • Per il ginocchio:
    • Flessione ed estensione con l’aiuto di un fisioterapista.
  • Per il gomito:
    • Movimenti di flessione e estensione.
  • Per la caviglia:
    • Movimenti circolari e flessione plantare/dorsale.

Capitolo 6: Strumenti e Dispositivi per la Mobilizzazione Passiva

  • Cyclette passiva:
    • Utilizzata per le gambe dopo interventi al ginocchio o all’anca.
  • Tavola basculante:
    • Aiuta a riprendere la mobilità della caviglia.
  • Macchine per la mobilizzazione continua (CPM):
    • Dispositivi elettronici che muovono l’articolazione in modo controllato.

Capitolo 7: Benefici della Mobilizzazione Passiva

  • Fisici:
    • Prevenzione della rigidità articolare.
    • Miglioramento della circolazione.
  • Psicologici:
    • Riduzione dell’ansia legata alla perdita di mobilità.
    • Sensazione di progresso nel recupero.

Capitolo 8: Rischi e Precauzioni

  • Rischi:
    • Dolore durante i movimenti.
    • Rischio di lesioni se eseguita in modo scorretto.
  • Precauzioni:
    • Seguire sempre le indicazioni del medico o del fisioterapista.
    • Non forzare mai i movimenti.

 


Capitolo 9: Come va eseguita?

Innanzitutto non si tratta solo di muovere un arto.

Certo, nelle primissime sedute può essere sufficiente, ma è sempre meglio cercare di capire qual è il modo che può favorire il recupero.

Per esempio, aggiungendo la trazione o la spinta in certe direzioni mi può permettere di migliorare la mobilità e anche in fretta.

Ancora meglio se il paziente riesce a fare una parte di movimento attivo perché può aiutare a riposizionare le ossa nell’articolazione in modo corretto.

Questa è una terapia valida per:

  • Dolore,
  • Rigidità.

Una mobilizzazione articolare passiva e attiva in combinazione è fondamentale per il recupero in caso di infortuni a:

  • Spalla,
  • Gomito,
  • Mano,
  • Ginocchio,
  • Anca,
  • Caviglia.

Per gli arti l’intervento del fisioterapista o di macchinari come il kinetec è fondamentale.

Invece, per la colonna vertebrale lombare il paziente può fare degli esercizi con gli arti per muovere le vertebre.

La colonna cervicale è più semplice da muovere, di solito il paziente riesce a fare esercizi in rotazione da sdraiato.

 


Capitolo 10: Domande Frequenti (FAQ)

  • Quanto dura una sessione di mobilizzazione passiva?
    • Di solito 20-30 minuti, ma dipende dal caso.
  • Fa male?
    • Può causare un po’ di fastidio, ma non dovrebbe essere dolorosa.
  • Posso farla a casa?
    • Solo se istruito da un professionista.

Conclusione

  • Importanza della mobilizzazione passiva:
    • Fondamentale per un recupero completo e sicuro.
  • Consiglio finale:
    • Seguire sempre le indicazioni del medico e del fisioterapista.

 

Quando serve la mobilizzazione passiva?

Nella maggior parte dei casi si utilizza quando il movimento di un articolazione è limitato, per esempio a causa di un intervento chirurgico, di una grave infiammazione o spasmo muscolare (torcicollo).

Nella fase post-operatoria di trapianto del crociato anteriore, la mobilizzazione passiva precoce ha ridotto la percentuale di complicanze come rigidità o gravi ipotrofie muscolari, inoltre ha favorito la fissazione del neo-legamento.

I risultati sono ottenuti appoggiando tutto il peso corporeo, in stazione eretta, entro il primo mese.

Nei pazienti allettati a causa di patologie gravi, serve per mantenere l’escursione articolare, oltre a prevenire aderenze e retrazioni.

Quali sono gli effetti biologici della mobilizzazione passiva?

Le cellule perisinoviali fanno parte della membrana sinoviale, cioè una struttura articolare che secerne un liquido lubrificante nell’articolazione.

Questo fluido (sinovia) è necessario per avere un movimento fluido e non doloroso.

La mobilizzazione passiva stimola la secrezione del liquido sinoviale.

Il paziente ha dei muscoli contratti per reazione di difesa.

Con la mobilizzazione passiva, questi si rilassano, inoltre i tessuti molli (retratti) si allungano, migliora la circolazione sanguigna e soprattutto il nutrimento del tessuto cartilagineo.

Il dolore diminuisce principalmente ai pazienti che hanno subito un intervento o un infortunio in fase acuta.

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Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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