La terapia per le vertigini dipende dalla diagnosi, quindi è importante capire l’origine di questo sintomo per scegliere il trattamento più adatto.

Diagnosi delle vertigini o giramenti di testa

Un medico a cui rivolgersi è l’otorino o il neurologo che può fare la diagnosi in base a:

  • La storia clinica,
  • L’esame fisico,
  • I test vestibolari e uditivi,
  • la risonanza magnetica dell’encefalo (cervello),
  • L’ecodoppler delle arterie carotidi (nel collo).

Bisogna escludere le malattie cardiovascolari (che sono prevalenti nel paziente diabetico).

Arterie carotidi,vena giugulare,tiroide,colonna vertebrale

© alamy.com

Test fisici per valutare la funzionalità del vestibolo

Test di Romberg
In piedi con i piedi uniti, le braccia lungo i fianchi e gli occhi chiusi.
Il test di Romberg positivo può significare:

  1. Danno vestibolare: con un lieve ritardo il paziente si inclina e poi cade dal lato del vestibolo malfunzionante
  2. Atassia sensoriale: se ad occhi chiusi il paziente oscilla in tutte le direzioni e può cadere in avanti, indietro oppure di lato
  3. Il paziente non è in grado di stare in piedi con la base d’appoggio ristretta, si dice che il soggetto non è in grado di mantenere la posizione di Romberg: la causa è un problema cerebellare

Se il paziente è stabile bisogna provare il test di Unterberger.
Prova degli indici
Posizione del paziente: seduto con gli occhi chiusi, le braccia distese in avanti e gli indici tesi in avanti puntati verso quelli del medico.
Se c’è un problema a livello del labirinto, gli indici si spostano in senso orizzontale o verticale.


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Test di Unterberger
Piedi uniti e le braccia distese in avanti con gli occhi chiusi.
Il test consiste nella marcia sul posto portando le ginocchia verso l’alto.

Test di Unterberger,vertigini


Test di Unterberger
© Massimo Defilippo

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Le persone sane rimangono nella stessa posizione, mentre chi ha un disturbo avanzano di oltre 1 metro o ruotano almeno 30° verso il lato malato.


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Test di Dix-Hallpike
In questo test, una persona si sposta dalla posizione seduta a quella supina, con la testa girata di 45 gradi da un lato (per esempio a sinistra) ed estesa circa 20 gradi all’indietro.
In questa posizione si osservano gli occhi del paziente, Il test è positivo se il paziente ha il nistagmo (vibrazione degli occhi) e le vertigini.
In caso contrario si ripete il test a destra.


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Utile è lo studio del nistagmo che si può osservare:

  • Ad occhio nudo,
  • Con gli occhiali di Frenzel, cioè una maschera con delle lenti che causano miopia a +20 diottrie. In questo modo il paziente non può fissare, altrimenti il rischio è di non notare un nistagmo periferico. Il paziente vede solo qualche sagoma sfocata.


Una metodica più moderna per indagare il nistagmo è una maschera con due camere ad infrarossi che riproducono su un video l’immagine ingrandita degli occhi.
Per la diagnosi differenziale tra nistagmo centrale e periferico bisogna capire la direzione.
Se il paziente si trova seduto o in piedi e guarda avanti, bisogna rivolgersi al neurologo se il nistagmo batte:

  • Verso l’alto,
  • Verso il basso

Di solito, il nistagmo che origina dal labirinto batte dalla parte opposta all’orecchio compromesso, a seconda del canale interessato, se la patologia interessa il canale semicircolare:

  • Posteriore o laterale, il nistagmo è orizzontale o orizzontale e rotatorio,
  • Anteriore, il nistagmo è verticale (evenienza molto rara).

Solo nella malattia di Ménière il nistagmo batte verso il lato leso, ma questa è un’eccezione.
In posizione eretta, il nistagmo posizionale non si vede, per questo bisogna fare delle manovre specifiche per identificarli.
Con alcuni movimenti gli otoconi vanno sulle ciglia dei canali semicircolari e causano il nistagmo.
Raramente la vertigine si presenta come unico sintomo, quindi per la diagnosi bisogna valutare anche gli altri problemi di salute.
Bisogna valutare:

  • Il funzionamento dei nervi cranici,
  • Eventuali problemi di movimento,
  • Adiadococinesia,
  • Altro sintomi di tipo neurologico.

In base al disturbo, i tempi di guarigione sono molto diversi.
Un problema periferico del labirinto migliora in tempi variabili, ma spesso il corpo riesce a compensare il malfunzionamento dell’apparato verstibolare, quindi il miglioramento è abbastanza veloce (tranne la sindrome di Ménière).
Ci sono delle terminazioni nervose che:

  • Possono sostituire il labirinto,
  • Permettono al corpo di mantenere l’equilibrio.

In caso di danno ad un nervo con riduzione dei segnali verso il nucleo vestibolare nel cervello, il cervelletto può inibire i segnali che provengono da questo nervo per tenere in equilibrio il sistema.
In caso di assenza di segnali dal labirinto, il riflesso cervico-oculomotore riesce a sostituire la funzione del labirinto leso.
Tuttavia, in alcuni casi, per esempio in caso di problemi muscolo scheletrici del collo può non funzionare correttamente.
Un altro sistema che può interferire con il riflesso cervicale è a livello stomato-gnatico:

  • Articolazione temporo-mandibolare,
  • Arcata dentaria,
  • Alveoli,
  • Gengive.

Qui ci sono tantissimi recettori nervosi che possono dare tante informazioni propriocettive (sulla posizione del corpo nello spazio) al cervello.
Molte persone con un disturbo al labirinto non riescono a recuperare l’equilibrio a causa di un sistema stomato-gnatico che non funziona correttamente, come in caso di bruxismo.
C’è una correlazione importante perché il segnale che origina dal sistema stomato-gnatico viaggia attraverso la radice ascendente del nervo trigemino e va al nucleo vestibolare di Deiters (da cui parte il fascio vestibolo spinale).
Ci possono essere delle interferenze tra il sistema vestibolare e la mente.
In molti studi scientifici c’è l’ipotesi che il labirinto leso non sia sostituito da altre terminazioni nervose o riflessi perché il sistema nervoso è in uno stato di iper-eccitazione.
La causa è il collegamento indiretto tra l’amigdala (parte del cervello che gestisce le emozioni) e i nuclei vestibolari:

  • Mediale,
  • Laterale.

Questo collegamento passa attraverso il tronco cerebrale e il nucleo parabrachiale.
Quindi nei pazienti ansiosi, il compenso può essere ostacolato.

 

Farmaci per le vertigini

In caso di forti vertigini, ci sono dei farmaci che possono ridurre il sintomo rapidamente:

  • Gli antistaminici come la promezatina (Trimeton o Farganesse im), anche se è causata dalla sindorme di Ménière.
  • In alternativa, il medico può somministrare 500cc di soluzione fisiologica con aggiunta di levosulpiride (Levopraid).

In fase post-acuta, quando i sintomi sono meno intensi, ma non sono completamente passati, il medico può prescrivere dei farmaci colinergici per favorire i meccanismi di compenso del sistema vestibolare.
I farmaci istaminergici come la betaistina (Microser) sono indicati solo per la sindrome di Ménière.
Farmaci con effetto antiemetico

Farmaco  Indicazione
Ciclizina Mal di movimento o cinetosi, ha un buon effetto e provoca meno sonnolenza degli antistaminici generici.
Cinnarizina (Cinazyn) Mal di movimento, disordini vestibolari (ad es. malattia di Ménière).
 Prometazina (Farganesse) Nausea mattutina grave in gravidanza. Oggi è meno prescritta perché provoca molta sonnolenza.

 

 

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