La posizione del corpo umano così come viene visualizzata nello spazio è definita postura.

Il sistema nervoso regola la postura.

I disturbi temporomandibolari (TMD) e la postura si influenzano a vicenda attraverso i legamenti.

Lo scopo di questo articolo è valutare la possibile correlazione tra postura e TMD attraverso un’analisi della letteratura scientifica.

Negli ultimi anni, molti ricercatori hanno studiato i vari fattori che possono influenzare la postura del corpo:

  • Stati d’animo,
  • Ansia,
  • Posizioni della testa e del collo,
  • Funzioni orali (respirazione, deglutizione),
  • Sistemi oculomotori e visivi,
  • Orecchio interno.

Il presente studio mira a rivedere gli articoli che hanno mostrato una relazione tra :

  • Il sistema stomatognatico,
  • La postura del corpo.

Questi studi indicano che la tensione nel sistema stomatognatico può alterare la postura del corpo a livello del sistema nervoso.

Numerose connessioni anatomiche tra gli input propriocettivi (informazioni ricevute dai nervi) del sistema stomatognatico e le strutture nervose (cervelletto, nuclei vestibolari e oculomotori, collicolo superiore) determinano la nostra postura.

Se le informazioni propriocettive (sulla posizione del corpo nello spazio) del sistema stomatognatico sono imprecise, il controllo della testa e la posizione del corpo potrebbero essere influenzati.

Inoltre, questa revisione della letteratura scientifica discute il ruolo che il sistema miofasciale (muscoli e tessuto connettivo) svolge nella postura.

Costole e gabbia toracica anatomica di uomo

Se confermate da ulteriori ricerche, queste considerazioni possono migliorare la nostra comprensione e il trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici associati a:

  • Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare,
  • Cambiamenti occlusali,
  • Perdita dei denti.

 

SISTEMA STOMATOGNATICO E POSTURA DEL CORPO

Continuano ad accumularsi le prove che le malattie non trattate del sistema stomatognatico (in particolare i disturbi temporomandibolari e la malocclusione) comportano un rischio di sviluppo di alterazioni posturali.

Studi recenti sottolineano il potenziale ruolo dell’occlusione dentale e dei nervi che arrivano al trigemino nel mantenimento del controllo posturale (Milani et al. 2000).

Diversi studi indicano che alcune posizioni della mandibola inducono variazioni nella postura del corpo.

Ad esempio, un cambiamento nella posizione mandibolare che provoca delle alterazioni negli impulsi nervosi propriocettivi e parodontali può influenzare:

  • La posizione del centro di pressione del piede (COP),
  • La stabilità dell’andatura (Fujimoto et al. 2001).

Allo stesso modo, i cambiamenti nella postura del corpo possono influenzare la posizione mandibolare (Tingey et al. 2001).

Un’influenza dei recettori parodontali sulla postura del corpo è ipotizzata da Gangloff e Perrin (2002) che hanno riscontrato una significativa alterazione del controllo posturale dopo l’anestesia tronculare unilaterale del nervo mandibolare.

Infatti, l’anestesia unilaterale del trigemino provoca uno spostamento del peso corporeo sull’arto opposto,

La conseguenza è una contrazione muscolare dell’arto inferiore dello stesso lato.

Una posizione mandibolare più simmetrica determina anche:

  • Un modello di contrazione più simmetrico del muscolo sternocleidomastoideo (SCM),
  • Una riduzione dell’oscillazione del corpo.(Sforza et al. 2006).

Altri studi indicano che l’occlusione dentale può influenzare:

Scoliosi

Scoliosi

Sono state segnalate correlazioni positive tra diverse morfologie craniofacciali e atteggiamenti posturali, come:

  • Una postura spostata anteriormente nella malocclusione di classe II,
  • Una postura spostata posteriormente nella malocclusione di classe III (Nobili et al. 1996).

Lippold et al. (2006) hanno mostrato correlazioni tra:

  • Parametri craniofacciali,
  • Profili di forma della schiena.

I pazienti con modelli craniofacciali distali e verticali presentano angoli superiori alla norma a livello:

  • Toracico,
  • Lombare,
  • Pelvico.

Inoltre, i pazienti con scoliosi idiopatica mostrano frequenze più elevate di malocclusione rispetto ai pazienti di controllo, tra queste ci sono:

  • Malocclusioni di Classe II di Angle,
  • Morsi incrociati laterali,
  • Deviazioni della linea mediana inferiore,
  • Asimmetrie facciali (Ben-Bassat et al. 2006).

Quando la relazione occlusale viene persa unilateralmente o bilateralmente, la postura del corpo può assumere una posizione insolita, causando dolore:

In questi casi, un bite dentale ripristina un’occlusione bilanciata e determina una posizione maxillo-mandibolare e un’attività muscolare più simmetriche, riducendo così l’oscillazione del corpo.

Nelle ragazze con morso profondo, la forza isometrica dei flessori cervicali e dei deltoidi variava in modo significativo, il che influenzava la dimensione verticale dell’occlusione.

Gli Studi hanno dimostrato anche una relazione tra:

  • I disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare,
  • La postura.

I pazienti con TMD mostrano cambiamenti importanti nel baricentro del corpo (Ishii  et al. 1990).

Diversi studi hanno dimostrato che i pazienti con TMD presentano una posizione della testa eccessivamente in avanti (Olmos  et al. 2005), solitamente associata all’accorciamento dei muscoli estensori cervicali posteriori (muscoli suboccipitali, semispinali, spleni e trapezi superiori), nonché all’accorciamento dello SCM.

Muscoli-collo

Muscoli-collo

Lo spostamento anteriore della testa abbassa il campo visivo e per migliorare il campo visivo, aumenta la lordosi cervicale.

Una posizione anteriore della testa influenza anche la posizione del baricentro, il che conferma la relazione tra postura del corpo e TMD (Mannheimer et al. 1991).

Allo stesso modo, i cambiamenti posturali della regione cervicale possono causare TMD, modificando l’orientamento della testa e di conseguenza la posizione mandibolare (D’Attilio et al. 2004).

Precedenti indagini mediante posturografia hanno descritto una correlazione tra postura del corpo e bilanciamento dello sguardo in soggetti i cui gli impulsi nervosi in arrivo al trigemino erano soppressi dall’anestesia unilaterale.

Tutti gli studi sopra citati indicano che parti del sistema trigemino influenzano fortemente il coordinamento della postura e della vista.

Tuttavia, non tutti gli studi in letteratura supportano una relazione tra postura e SS.

Ferrario et al. (1996) non hanno osservato modifiche del COP del piede in donne sane, donne con malocclusione asimmetrica o diverse posizioni dentali o donne con disturbi temporomandibolari.

In un altro studio, Ferrario et al. (2001) hanno dimostrato che le prestazioni muscolari del muscolo bicipite brachiale non erano influenzate da:

  • Un’occlusione morfologicamente alterata,
  • Da diverse posizioni della mandibola.

Michelotti et al. (2006) hanno esaminato adolescenti con morso incrociato posteriore unilaterale e pazienti della stessa età con occlusione normale, e non sono riusciti a rilevare differenze nel modo in cui i soggetti distribuivano il peso corporeo sulla zona del piede o nella rapidità con cui i loro corpi ondeggiavano.

Inoltre, il morso incrociato posteriore unilaterale non sembra essere associato a differenze nella lunghezza delle gambe nei giovani adolescenti.

Una recente revisione indica un’associazione che collega:

  • La colonna cervicale,
  • Il sistema stomatognatico,
  • Il dolore craniofacciale,

Tuttavia, la maggior parte di queste informazioni non è conclusiva e proviene da studi di scarsa qualità, classificati come livelli 3b, 4 e 5 in base alla classificazione di Sackett.

Riteniamo che siano necessari studi meglio progettati per chiarire l’effettiva influenza che la colonna cervicale ha sul sistema stomatognatico e sul dolore craniofacciale.

Tuttavia in un altro articolo ti mostro la letteratura più recente che mostra alcune connessioni tra mandibola e dolore a collo e spalle.

 

CONNESSIONI TRA IL SISTEMA TRIGEMINO E LE STRUTTURE NERVOSE COINVOLTE NEL MANTENIMENTO DELLA POSTURA

Sono state descritte numerose connessioni anatomiche tra:

  • I sistemi trigeminali,
  • Le strutture nervose coinvolte nel mantenimento della postura.

Prove indirette indicano una connessione funzionale tra i sistemi vestibolare e trigemino.

Ad esempio, la stimolazione dolorosa del trigemino può innescare o modulare sintomi uditivi e vestibolari (come il nistagmo spontaneo) nei pazienti con emicrania.(Marano et al. 2005).

Dolore collo e spalle e mandibola

Gli studi hanno anche rivelato connessioni tra il nucleo principale del trigemino e:

  • La porzione orale, interpolare e caudale del nucleo trigemino spinale da un lato,
  • Il nucleo vestibolare e il nucleo preposito dell’ipoglosso dall’altro (Buisseret-Delmas et al. 1999).

Il nucleo preposito fa parte di un piccolo gruppo di cellule nervose adiacenti ma non connesse con il nucleo dell’ipoglosso.

È anche un importante centro nervoso per il controllo della posizione e del movimento degli occhi, a causa della sua stretta relazione con:

  • I nuclei vestibolari,
  • Il cervelletto,
  • I nuclei oculomotori.

Il nucleo mesencefalico del trigemino crea anche connessioni con i lobi IX e X del cervelletto.(Pinganaud et al. 1999)

Il collicolo superiore è un centro di trasmissione nel mesencefalo che riceve fibre afferenti visive, somestetiche e propriocettive; è coinvolto:

  • Nel controllo posturale, motorio e dell’andatura,
  • Nei movimenti dello sguardo.

Il collicolo superiore è connesso al nucleo mesencefalico del trigemino e riceve informazioni somatiche trigeminali.(Dauvergne et al. 2004)

Studi hanno dimostrato la relazione tra occlusione dentale, sistema oculomotore e stabilizzazione visiva.

La prova di una correlazione tra occhio e occlusione dentale è venuta dall’uso di apparecchi di riposizionamento ortopedico mandibolare (MORA).

Questi strumenti modificano simultaneamente la posizione mandibolare e i test di messa a fuoco visiva utilizzando:

  • L’asta di Maddox,
  • Le barre prismatiche di Berens.

Questi fenomeni scompaiono gradualmente dopo la rimozione dell’apparecchio. (Milani et al. 1998)

Esistono anche associazioni tra TMD e funzione oculomotoria.

Di recente, Monaco et al. (2003, 2004) hanno notato una prevalenza molto più elevata di difetti di convergenza oculare negli adulti con TMD che presentano:

  • Un’apertura massima limitata,
  • Dolore miofasciale,
  • Dolore nell’area del collo e delle spalle,
  • Nei bambini con latero-deviazione mandibolare funzionale.

Sono state osservate anche connessioni con:

  • Il cervelletto,
  • Molti nuclei del tronco encefalico (nucleo del tratto solitario, formazione reticolare dorsale, nucleo cuneato),
  • Il corno dorsale del midollo spinale (da C1 a C5)
  • I neuroni afferenti primari del trigemino.(Buisseret-Delmas et al. 1999)

Tutte queste connessioni anatomiche indicano che parti del sistema trigemino influenzano fortemente il coordinamento della postura e della vista.

Sembra probabile che le informazioni sensoriali dai recettori propriocettivi del SS vengano elaborate insieme alle informazioni dai sistemi:

  • Vestibolare,
  • Oculomotorio.

I cambiamenti nelle stimolazioni trigeminali possono causare uno squilibrio nei sistemi vestibolare e oculomotorio. (Gangloff et al. 2002)

 

CONNESSIONI TRA IL SISTEMA DEL TRIGEMINO E LE CATENE MUSCOLO-FASCIALI

Un altro elemento fondamentale della correlazione tra SS e postura umana è l’esistenza di catene muscolo-fasciali (MFC).

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Le fasce sono tessuti connettivi densi e fibrosi che si interpenetrano e circondano il corpo umano per proteggere, nutrire e tenere gli organi in posizione (Schleip etl a. 2005).

Esistono tre strati di fasce:

  • Superficiale,
  • Profonda,
  • Viscerale.

Le fasce profonde circondano muscoli, ossa, nervi e vasi sanguigni ed sono densamente popolate da:

  • Miofibroblasti,
  • Diversi tipi di recettori nervosi (nocicettori, propriocettori, meccanocettori, chemocettori, termocettori).

I miofibroblasti sono cellule fasciali che vengono create come risposta allo stress meccanico e si contraggono attivamente in modo fluido, simile a quello dei muscoli (Schleip et al. 2005).

Il sistema fasciale è importante perché:

  • Può distribuire passivamente la tensione nei muscoli del corpo quando stimolato meccanicamente,
  • Contiene meccanocettori e possiede una capacità contrattile autonoma che influenza la tensione delle fasce.

La stimolazione dei meccanorecettori intrafasciali (principalmente terminazioni interstiziali e di Ruffini) fa sì che il sistema nervoso vegetativo e il SNC:

  • Modifichino la tensione nei miofibroblasti intrafasciali,
  • Regolino la pretensione fasciale (Myers et al. 2002).

Una MFC è un gruppo di muscoli che:

  • Sono collegati attraverso le fasce,
  • Sono posizionati longitudinalmente nel corpo umano.

Queste tensioni vengono trasmesse lungo la MFC, influenzando così la postura dell’intero corpo.

Corrono nella stessa direzione e si sovrappongono in una catena continua (come le tegole di un tetto) che conduce efficacemente la tensione.

Tutti i muscoli della catena sono reciprocamente dipendenti e si comportano come se fossero un singolo muscolo.

L’esistenza della MFC può spiegare perché i disturbi della masticazione e della deglutizione possono essere trasmessi alla muscolatura distale (degli arti).

La postura cervicale può anche essere influenzata da stimoli provenienti dagli arti inferiori.

Tecco et al. (2007) hanno confrontato la postura cervicale nelle radiografie laterali del cranio tra soggetti sani e soggetti che avevano una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Hanno scoperto che quest’ultimo gruppo mostrava una significativa estensione della testa rispetto ai soggetti sani.

Dvorak e Dvorak (1990) hanno iniettato una soluzione idrosalina nei processi trasversi di C7 e hanno utilizzato l’elettromiografia per osservare la contrazione muscolare in zone distali (lontane) dal metamero (l’area di pertinenza di un solo nervo spinale e di entrambe le sue radici ) spinale in cui è stata effettuata l’iniezione.

Ciò sembra indicare che, a causa delle connessioni all’interno del sistema fasciale, il cambiamento in una qualsiasi parte del corpo può creare un disturbo in un’altra.

Ad esempio, un muscolo masseterino contratto trasmette la sua tensione allo SCM omolaterale e tali connessioni possono spiegare l’influenza dello SCM sui movimenti mandibolari (Shimazaki et al., 2006)

Il MFC può anche spiegare perché una lesione del legamento crociato anteriore influenza l’attività elettromiografia muscolare

  • Del massetere,
  • Del temporale anteriore,
  • Dei cervicali posteriori,
  • Dello sternocleidomastoideo,
  • Del trapezio superiore e inferiore.
Muscolo-temporale-massetere

Muscolo-temporale-massetere

 

CONCLUSIONI

In base alla letteratura esaminata, riteniamo che vi siano delle correlazioni reali tra:

  • Postura,
  • Sistema stomatognatico.

Tuttavia, a causa della complessità dei fattori coinvolti, gli studi esistenti hanno lasciato importanti lacune nella comprensione.

Pertanto, sono necessarie ulteriori indagini controllate sugli effetti clinici a lungo termine di diversi input stomatognatici.

Le alterazioni posturali possono riflettere una generale mancanza di equilibrio nell’individuo.

Di conseguenza, i vari segnali che raggiungono il sistema nervoso centrale e l’importanza che viene data a ciascun segnale non saranno più perfettamente bilanciati con le risposte motorie (per esempio contratture muscolari o debolezza muscolare).

Quindi le risposte motorie potrebbero non essere più adeguate.

In questo modo, un aumento dell’oscillazione posturale può indicare un malessere causato da problemi nel sistema stomatognatico.

L’esperienza clinica degli autori indica che un approccio interdisciplinare è affidabile e sufficiente per:

  • Formulare diagnosi,
  • Sviluppare piani di trattamento.

Questo approccio dovrebbe coinvolgere una varietà di esperti in riabilitazione posturale, tra cui:

  • Fisiatri,
  • Ortopedici,
  • Psicologi,
  • Fisioterapisti,
  • Dentisti,
  • Oculisti e optometristi,
  • Otorini.

Rassegna di studi scientifici sulla relazione tra Mandibola e Problemi Posturali

Vediamo ora uno studio di de Giorgi et al. del 2020.

In base al giudizio degli autori, C’è ancora disaccordo nella letteratura sulla relazione tra ATM, muscoli e postura.

ATM e condili

ATM e condili

Come spesso accade in campo scientifico, le ricerche terminano indicando la necessità di creare studi con diagnosi più approfondite e dimensioni del campione più grandi.

Rimangono dei dubbi su questa relazione perché diversi fattori contribuiscono alla postura finale dell’individuo.

La connessione tra postura e ATM è supportata da alcune ricerche nella letteratura, ma non da tutte.

Conclusione: Il collegamento tra TMD di origine muscolare e postura è forte.

Lo studio di De Giorgi (2020) ha valutato attraverso diverse analisi posturali il loro cambiamento.

 

Vediamo ora uno studio di Tecco et al. del 2017.

In base agli autori, gli studi hanno dimostrato una connessione tra postura e TMD.

I pazienti con TMD presentano alterazioni più pronunciate nel baricentro del corpo. Numerose indagini hanno dimostrato che i pazienti con TMD presentano frequentemente una posizione della testa eccessivamente in avanti che è accompagnata da un accorciamento dello sternocleidomastoideo e dei muscoli estensori cervicali posteriori (Nota et al. 2017).

 

Vediamo ora un altro studio sul legame tra postura e ATM.

Quando la testa è inclinata anteriormente, il campo visivo si riduce e la lordosi cervicale aumenta per estendere il campo visivo.

Il baricentro è influenzato in modo simile dalla posizione anteriore della testa, supportando il collegamento tra TMD e postura del corpo.

I cambiamenti posturali della regione cervicale possono anche portare a TMD alterando la posizione della mandibola e l’orientamento della testa.

Precedenti studi di posturografia hanno dimostrato che nei partecipanti con afferenze (impulsi che dalla periferia giungono ai centri nervosi superiori) trigeminali anestetizzate unilateralmente, esiste un collegamento tra postura del corpo ed equilibrio dello sguardo (de Chaves et al. 2017)

Secondo i risultati sopra menzionati, il nervo trigemino ha un impatto significativo sul modo in cui postura e vista sono coordinate.

Ci sono stati molti collegamenti anatomici documentati tra:

  • I sistemi trigeminali,
  • I sistemi neurologici che regolano la postura.

La presenza di nuclei nervosi del nervo trigemino e di catene muscolo-fasciali è un’altra componente fondamentale della relazione tra:

  • Il sistema stomatognatico,
  • La postura.

Gli organi sono tenuti in posizione, protetti e alimentati dalle fasce di tessuto connettivo.

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Le fasce hanno tre strati:

  1. Superficiale,
  2. Profondo,
  3. Viscerale.

I miofibroblasti e diversi recettori dei nervi (nocicettori, propriocettori, meccanocettori, chemocettori e termocettori) sono fortemente concentrati nelle fasce profonde, che circondano:

  • Muscoli,
  • Ossa,
  • Nervi,
  • Vasi sanguigni .

Le cellule fasciali chiamate miofibroblasti:

  • Vengono prodotte in risposta allo stress meccanico,
  • Si contraggono attivamente e senza intoppi,
  • Somigliano ai muscoli.

Il sistema fasciale contiene meccanocettori (recettori nervosi di stimoli meccanici) che regolano la capacità contrattile e possono regolarla quando stressati.

Quindi possono distribuire la tensione muscolare ai muscoli adiacenti.

Queste tensioni si muovono lungo la catena fasciale muscolare e influenzano il modo in cui il corpo è posizionato in generale (Cortese et al. 2017).

Tutti questi studi analizzati, sebbene abbiano trattato pazienti con diversi tipi di bite e apparecchi, hanno mostrato un’intercorrelazione tra disturbi temporomandibolari e il resto del corpo, sia in termini di dolore che di postura ( Carini et al., 2017)

Tutti questi studi hanno utilizzato metodi diversi per poter valutare gli effetti della terapia con bite sulla postura e sui movimenti cervicali.

Questo risulta essere un fattore confondente nella analisi eseguita.

Tuttavia, sulla base dei risultati ottenuti, ci sono effetti del trattamento del bite sulla postura rispetto ai pazienti non trattati.

Questo dimostra un’intercorrelazione tra postura e disturbi temporomandibolari.

Inoltre, una limitazione dello studio è data da De Giorgi, in quanto ha reclutato solo pazienti con TMD che hanno una lussazione del disco articolare.

Infatti, le limitazioni di questi studi sono dovuti al fatto che il cambiamento o il riaggiustamento della postura dopo aver completato la terapia del bite non viene valutato.

Pertanto, gli effetti nel tempo di questa terapia sulla postura non vengono verificati.

Dentista

Dentista

Conclusioni

Questa meta-analisi e revisione della letteratura ha mostrato la correlazione tra postura e disturbi temporomandibolari.

Infatti, in modo statisticamente significativo, l’applicazione della terapia del bite ha avuto effetti positivi sulla postura.

Sebbene con le limitazioni di questi studi analizzati, possiamo dire che questa correlazione esiste ed è presente.

 

Analizziamo ora questo studio di Parrini et al. (2017) che utilizzava la rasterstereografia per la ricostruzione tridimensionale della colonna vertebrale, a partire dall’analisi della schiena

Obiettivi: valutare possibili correlazioni tra trattamento ortodontico e postura.

Materiali e metodi: i valori rasterstereografici di 15 pazienti non trattati e di 15 pazienti trattati con bite trasparenti sono stati confrontati all’inizio, dopo 1, 3 e 6 mesi.

I parametri rasterstereografici considerati sono stati i seguenti:

  • L’angolo cifotico,
  • L’angolo lordotico,
  • L’inclinazione toracica superiore,
  • L’inclinazione pelvica.

Risultati: sono state trovate correlazioni tra l’angolo di cifosi, l’inclinazione toracica superiore e l’inclinazione pelvica e la postura del corpo dopo 6 mesi di trattamento con bite trasparenti.

Conclusione degli autori: la copertura occlusale causata dai bite potrebbe influenzare la postura del corpo non solo per le sezioni superiori della colonna vertebrale, ma anche per quelle inferiori.

 

Vediamo ora uno studio sul morso incrociato posteriore unilaterale di Piancino et al. (2023)

Il morso incrociato posteriore unilaterale (UPC) con spostamento funzionale è una malocclusione che può avere il potenziale di influenzare:

  • La funzione masticatoria,
  • La flessibilità della colonna vertebrale.

Questo si verifica a causa di asimmetrie occlusali, strutturali e funzionali intrinseche sostenute da una marcata attivazione dei muscoli solo su un lato della mandibola.

L’obiettivo di questa ricerca è indagare se la presenza di UPC con spostamento funzionale sia associata a:

  • Un modello di masticazione inversa,
  • Una flessione alterata della colonna vertebrale.

Com’è stato effettuato lo studio?

I pazienti con UPC e un gruppo di controllo di pazienti con occlusione normale sono stati registrati durante la masticazione di boli morbidi e duri utilizzando un kinesiografo (Myotronics-Noromed Inc., USA).

Inoltre, l’allineamento della colonna vertebrale è stato valutato con un sistema di inclinometro elettronico Spinal Mouse® (Idiag AG, Svizzera).

Osso della mandibola

Osso della mandibola

Nel gruppo di pazienti c’erano 87 bambini con UPC, di cui 38, con età media di 8,0 anni, hanno avuto misurazioni prima e dopo il trattamento.

I pazienti con UPC hanno mostrato una percentuale più alta di modelli di masticazione anomali/inversi sul lato con morso incrociato rispetto a un gruppo di controllo (p < 0,001).

Inoltre, è stata osservata una netta differenza tra gli angoli di flessione sinistro e destro della colonna vertebrale nel gruppo dei pazienti (p < 0,001 e p = 0,001, t-test accoppiato) con il lato del morso incrociato più flessibile rispetto al lato senza morso incrociato.

Non sono state osservate tali differenze nel gruppo di controllo, né dopo il trattamento per il morso incrociato destro e sinistro (rispettivamente p = 0,44 e p = 0,15, t-test accoppiato).

Conclusione

Questo studio mostra un’associazione tra UPC, modelli di masticazione asimmetrici e flessione asimmetrica della colonna vertebrale.

Questi risultati possono aiutare a migliorare la comprensione dell’associazione tra malocclusione dentale e postura della colonna vertebrale.

Quindi possono facilitare la diagnosi e le strategie di trattamento.

 

Un altro studio di Khan et al. (2013) mostra la relazione tra interventi ortodontici, collo e testa.

In questa ricerca, gli autori parlano dell’eventualità in cui i pazienti si rivolgano alle cliniche odontoiatriche dopo un intervento occlusale o un’estrazione dentale, con:

  • Dolore nell’articolazione temporo-mandibolare o nelle aree limitrofe,
  • Mal di testa,
  • Dolore al collo.

Sebbene le loro esigenze estetiche non debbano essere minate durante il corso del piano di trattamento, ogni volta che si pianifica un trattamento odontoiatrico di qualsiasi tipo, l’occlusione/morso dovrebbe avere la massima importanza.

Pochissimi dentisti sono in grado di diagnosticare la malattia occlusale e di coloro che diagnosticano molte persone ricorrono a modalità di trattamento aggressive.

 

Ora passiamo a uno studio che aveva come scopo la valutazione della postura craniocervicale e la posizione dell’osso ioide in pazienti con spostamento del disco dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).

Metodi: i soggetti erano 170 pazienti in cura dal dentista di sesso femminile che hanno acconsentito alla risonanza magnetica bilaterale delle loro ATM.

Sono state divise in 3 gruppi in base ai risultati della risonanza magnetica delle loro ATM:

  • Posizione normale bilaterale del disco,
  • Spostamento bilaterale del disco con riduzione,
  • Spostamento bilaterale del disco senza riduzione.

Venticinque variabili da cefalogrammi laterali sono state valutate con analisi della varianza unidirezionale per indagare le differenze nella postura craniocervicale e nella posizione dell’osso ioide rispetto allo stato di spostamento del disco dell’ATM.

Sono stati calcolati coefficienti di correlazione di Pearson per analizzare le relazioni tra:

  • Morfologia cranio facciale,
  • Postura craniocervicale o posizione dell’osso ioide.

Risultati: i soggetti con spostamento del disco dell’ATM avevano maggiori probabilità di avere una postura craniocervicale estesa con modelli di Classe II.

Le differenze più significative sono state riscontrate tra pazienti con posizione bilaterale normale del disco e spostamento bilaterale del disco senza riduzione.

Tuttavia, la posizione dell’osso ioide in relazione ai riferimenti craniofacciali non era significativamente diversa tra i gruppi con spostamento del disco dell’ATM, ad eccezione delle variabili relative alla mandibola.

I coefficienti di correlazione di Pearson hanno indicato che la postura craniocervicale estesa era significativamente correlata con il posizionamento all’indietro e la rotazione in senso orario della mandibola.

Conclusioni degli autori: i dati dello studio mostrano che la postura craniocervicale è significativamente influenzata dallo spostamento del disco dell’ATM, che può essere associato a modelli scheletrici con una mandibola retrognatica (il mento più indietro).

 

Gámiz-Bermúdez et al. (2023) hanno effettuato una ricerca per valutare una possibile relazione tra alterazioni stomatognatiche e scoliosi idiopatica (IS).

Com’è stato effettuato lo studio?

Questa analisi è una revisione sistematica con meta-analisi di altri studi.

È stata effettuata una ricerca bibliografica nei database Pubmed (MEDLINE), Scopus, Web of Science e CINAHL utilizzando i termini MeSH “Scoliosi” e “Malattia stomatognatica”.

Risultati: dei 1592 studi individuati, sono stati selezionati 14 studi con 3018 soggetti (età: 13,9 anni).

La IS era correlata alla classe II di Angle e al morso incrociato.

I pazienti con malocclusione hanno mostrato una prevalenza di IS più alta rispetto ai controlli.

Inoltre, i soggetti con IS hanno mostrato un overjet elevato e una maggiore disfunzione dovuta a disturbi temporomandibolari.

Conclusione: rispetto alle persone del gruppo di controllo, i soggetti con IS:

  • Hanno il doppio del rischio di soffrire di disturbi dell’occlusione,
  • Presentano una maggiore disfunzione temporomandibolare,
  • Hanno un overjet maggiore negli incisivi.

Inoltre, i soggetti con malocclusione hanno una prevalenza di IS fino a quattro volte superiore.

Conclusione degli autori: L’esame orofacciale sistematico dei pazienti con scoliosi idiopatica dovrebbe essere raccomandato.

 

Malocclusione di Classe II

La malocclusione di Classe II è uno dei tipi più diffusi di malocclusione dopo la Classe I.

Malocclusione Classe II E III

Malocclusione Classe II E III

Le caratteristiche posturali più tipiche osservate nei pazienti di Classe II sono:

  • Postura craniocervicale in estensione,
  • Lordosi cervicale,
  • Aumento del carico in avanti lontano dal centro di massa del corpo per compensare la carenza mandibolare e la riduzione delle vie aeree.

Il suo trattamento prevede:

  • Bite,
  • Trattamenti Funzionali,
  • Interventi chirurgici ortognatici.

Il tipo di trattamento scelto dipende:

  • Dall’età,
  • Dalla gravità della malocclusione,
  • Dalle esigenze del paziente.

Pertanto, un intervento appropriato determina un miglioramento:

  • Della dentizione
  • In generale della postura del corpo e del carico plantare.

Si verifica un cambiamento significativo ogni volta che si verifica un’alterazione nella relazione mascellare-mandibolare.

L’obiettivo principale di questo articolo è correlare la variazione dell’angolazione craniocervicale alla distribuzione della pressione plantare durante varie fasi:

  • Del trattamento ortodontico,
  • Dell’intervento chirurgico di avanzamento dell’osteotomia sagittale bilaterale (è un tipo di intervento chirurgico alla mascella in cui la mandibola viene separata dal viso e riposizionata).

L’esito di questo studio ha indicato che c’era un cambiamento significativo nell’angolazione craniocervicale e nel modello di distribuzione della pressione plantare dei soggetti prima e dopo l’intervento chirurgico ortognatico

Questa alterazione è rimasta costante per sei mesi dopo l’intervento chirurgico ortognatico.

La limitazione dello studio era la dimensione limitata del campione.

Questo studio rivela che c’è stato un miglioramento nell’angolazione craniocervicale e nella distribuzione della pressione plantare nel corso della scompenso ortodontico e del trattamento chirurgico ortognatico,

La conseguenza è un cambiamento nella postura corporea complessiva dell’individuo e nel suo modello di carico plantare dopo l’intervento chirurgico ortognatico.

Pertanto, la modifica dell’apparato stomatognatico mediante trattamento ortodontico e ortognatico influenza l’equilibrio muscolare e funzionale complessivo dell’individuo, migliorandone così l’atteggiamento e lo stile di vita.

 

Vediamo ora uno studio di Różańska-Perlińska et al. Che mira a capire la corrispondenza tra relazione spaziale della mandibola e la postura dell’individuo.

Obiettivi

Lo scopo dello studio era analizzare la relazione tra vari tipi di malocclusione e:

  • Alcuni parametri dell’andatura,
  • La distribuzione della pressione del piede sul terreno,
  • L’equilibrio del corpo.

Metodi: lo studio ha coinvolto 155 pazienti di età compresa tra 12 e 16 anni.

I soggetti sono stati divisi in gruppi in base alla loro malocclusione:

  1. Classe II di Angle (n = 32),
  2. Classe II canina (n = 31),
  3. Morso profondo (n = 46).

Il gruppo di controllo (n = 46) era composto da bambini che non mostravano alcun difetto.

I dati dello studio sono stati raccolti tramite osservazione diretta della cavità orale.

L’analisi dell’andatura è stata effettuata utilizzando il sensore Wiva® Science e la distribuzione delle forze del piede sul terreno e l’equilibrio del corpo sono stati determinati tramite il tappetino pedobarografico E.P.S R/1.

Per l’analisi statistica è stato applicato il test U di Mann-Whitney non parametrico.

Risultati: l’analisi dei risultati ottenuti ha mostrato differenze statisticamente significative:

  • Nella durata del passo sinistro (p = 0,042),
  • Nella durata del passo destro (p = 0,021),
  • Nella proiezione del baricentro del corpo sul piede sinistro (p = 0,027).

Conclusione degli autori: la disto-occlusione nella parte anteriore della mandibola può causare un diverso posizionamento della testa e del collo, nonché una tensione variabile dei muscoli.

Questo può causare disturbi dell’equilibrio durante la camminata.

 

Che legame tra malocclusione e scoliosi?

La scoliosi è una malformazione tridimensionale complessa della colonna vertebrale.

Sebbene la sua causa sia ancora in fase di studio, è chiaro che diversi fattori possono influenzare questa sindrome.

La deformità spinale della scoliosi idiopatica è multifattoriale.

Numerosi studi hanno stabilito la sua relazione con la malocclusione, ma non è ancora chiaro come questi fattori interagiscono.

La malocclusione è un cambiamento nell’allineamento fisiologico dei denti superiori e inferiori che può essere di origine:

  • Dentale,
  • Scheletrica.

L’obiettivo di questo studio è valutare la relazione tra scoliosi e malocclusione.

Procedimento

Sono stati arruolati un totale di 646 pazienti (554 donne e 92 uomini), 447 con scoliosi e 199 senza, da studi dentistici e ortopedici privati, per rispondere a un questionario anonimo.

Sono stati selezionati in studi dentistici e ortopedici privati ​​dove sono stati sottoposti a visite dentistiche e ortopediche.

Ai partecipanti è stato somministrato un sondaggio composto da 13 domande formulate appositamente per questo studio.

Risultati:

L’analisi univariata della domanda “Hai la scoliosi?” mostra una correlazione significativa con le seguenti domande:

“La scoliosi era un problema di famiglia?” (p < 0,05 OR 7,30 IC: 3,05-17,46)

“Hai una malocclusione?” (p < 0,05, OR: 1,19 IC:1,0-1,34) e “La malocclusione era un problema di famiglia?” (p < 0,01, OR: 1,39 IC 1,10-1,77).

Eseguendo un’analisi multivariata per le stesse variabili, i migliori predittori di scoliosi sono stati “La scoliosi era un problema di famiglia?” (p < 0,001) e “La malocclusione era un problema familiare?” (p < 0,05),

Tuttavia, la domanda “Hai una malocclusione” ha perso significatività.

Conclusione: Questo studio aggiunge un’ulteriore conferma che potrebbe esserci un’importante connessione tra malocclusione e scoliosi.

Secondo gli autori, dentisti e ortopedici devono verificare il più presto possibile la probabile presenza di entrambe le patologie per evitare una grave progressione che, nella maggior parte dei casi, può richiedere una terapia significativa e persino un intervento chirurgico.

 

Passiamo ora a questo studio di Laskowska et al. (2019) 

Scopo: la scoliosi idiopatica è una deformazione evolutiva della colonna vertebrale senza causa nota.

I suoi sintomi clinici e i fattori causali ipotetici possono influenzare il sistema stomatognatico.

Lo scopo di questo studio era di analizzare le relazioni tra la prevalenza e il tipo di malocclusione e la presenza di scoliosi idiopatica, la sua:

  • Posizione,
  • Gravità.

Metodi: questo è stato uno studio prospettico longitudinale. Il gruppo di studio era composto da 80 pazienti con scoliosi idiopatica e il gruppo di controllo da 61 individui sani.

Sono state eseguite radiografie standard in posizione eretta di tutti i pazienti nel gruppo con scoliosi idiopatica per:

  • Confermare la diagnosi,
  • Determinare la localizzazione e l’angolo di Cobb della curva.

Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a esame clinico odontoiatrico standard.

Risultati: i tipi più comunemente osservati includevano la scoliosi toracica principale destra (R-MT) e toracolombare o lombare sinistra (angolo di Cobb da 11° a 125°).

Nel gruppo con scoliosi idiopatica, la prevalenza di malocclusioni era maggiore rispetto al gruppo di controllo (95% contro 82%).

Nel gruppo con scoliosi idiopatica è stato osservato più di un tipo di malocclusione con un’incidenza maggiore rispetto al gruppo di controllo (63,8% contro 37,7%; p = 0,002).

È stata dimostrata una correlazione tra:

  • La curva toracica prossimale sinistra (L-PT) con morso aperto parziale anteriore (p = 0,323),
  • Destroscoliosi toracica principale con morso incrociato parziale laterale (p = 0,230)
  • Gravità della scoliosi e malocclusione in caso di L-PT e morso aperto parziale anteriore (p = 0,330).

Conclusione degli autori: l’incidenza delle malocclusioni è maggiore nei bambini con scoliosi idiopatica rispetto ai loro coetanei sani.

 

Sambataro et al. (2019) hanno fatto uno studio per indagare la possibile relazione tra malocclusione e anomalie della postura corporea.

Il campione originale comprendeva 127 bambini (45 maschi e 82 femmine) con dentizione mista.

L’esame clinico della cavità orale è stato eseguito da un ortodontista che ha registrato:

  • La relazione molare e canina,
  • Il morso incrociato,
  • La deviazione della linea mediana inferiore,
  • La relazione centrica (CR) considerando contatti mono o bilaterali.

L’esame ortopedico della postura corporea è stato eseguito clinicamente da un ortopedico che ha rilevato anomalie come:

  • Scoliosi,
  • Falsa scoliosi o paramorfismo,
  • Ipercifosi,
  • Iperlordosi.

Dei 127 soggetti del campione:

  • 18 bambini non avevano alterazioni della colonna,
  • 80 pazienti avevano l’atteggiamento scoliotico,
  • 22 scoliosi,
  • 7 mostravano cifosi.

Nello studio, non sono stati considerati i 7 pazienti con cifosi per l’esiguità del campione; quindi, la nostra analisi è stata eseguita su 120 bambini (42 maschi e 78 femmine).

I risultati ottenuti hanno rivelato che il morso crociato era più frequente quando la scoliosi peggiorava.

La conclusione degli autori è che le anomalie posturali sembrano correlate:

  • Al morso crociato,
  • Alla posizione anomala della mandibola.

 

Non tutti gli studi concordano, ecco per esempio questo di Michelotti et al. (1999) che ha una voce fuori dal coro.

L’osservazione che il sistema masticatorio e il sistema di regolazione posturale del corpo sono anatomicamente e funzionalmente correlati ha portato a postulare diverse ipotesi di correlazione tra disturbi:

  • Occlusali
  • E posturali.

Nell’ultimo decennio, questi argomenti hanno acquisito un grande impatto sociale, anche perché sono stati ampiamente diffusi dai mass-media.

Di conseguenza, c’è stato un numero crescente di pazienti che hanno richiesto trattamenti occlusali e posturali concomitanti.

Lo scopo di questo studio è stato quello di rivedere criticamente le attuali prove di correlazione tra i due sistemi.

In questo modo si possono gestire meglio i pazienti.

Sebbene vi siano alcune prove di correlazione tra occlusione e postura, questa appare limitata al tratto cranio-cervicale della colonna e tende a scomparire quando si scende in direzione cranio-caudale.

Sulla base di questa revisione della letteratura, non è consigliabile trattare lo squilibrio posturale mediante trattamento occlusale o viceversa, soprattutto se le modalità terapeutiche sono irreversibili.

 

Analizziamo ora uno studio di Lippold et al del 2003 riguardante La valutazione delle correlazioni tra dati ortopedici e ortodontici.

Nella letteratura pubblicata ci sono vari studi che analizzano le correlazioni tra classi Angle specifiche e parametri ortopedici.

I risultati di questi studi indicano una potenziale correlazione tra:

  • Scoliosi e malocclusione di Classe II,
  • Postura corporea alterata e malocclusione di Classe II.

L’obiettivo del presente studio interdisciplinare era esaminare le correlazioni tra risultati ortodontici e ortopedici nei bambini in età prescolare e valutarli rispetto alle raccomandazioni preventive.

Pazienti e metodo:

59 bambini in età prescolare (29 maschi, 30 femmine) di età compresa tra 3,5 e 6,8 anni (media: 5,0 anni) sono stati arruolati in questo studio.

È stato utilizzato un protocollo di esame ortodontico e ortopedico standardizzato.

Risultati:

L’esame ortodontico ha mostrato distribuzioni di classe di Angle comparabili a quelle nei gruppi non selezionati (classe I: 63%, classe II: 32%, classe III: 5%).

L’esame ortopedico ha rivelato reperti patologici nel 52% dei soggetti, con correlazioni statisticamente significative tra:

  • Scoliosi e malocclusione di classe II (p = 0,033)
  • Postura corporea alterata e malocclusione di classe II (p = 0,028).

Conclusione degli autori

Dai risultati si può concludere che il riscontro ortodontico di classe di Angle II nei bambini in età prescolare dovrebbe indurre uno screening preventivo.

L’ortodontista potrebbe quindi non solo avviare un trattamento ortodontico precoce per prevenire traumi agli incisivi nei pazienti con overjet estremo, ma potrebbe anche tenere conto di potenziali malformazioni ortopediche.

 

Zhou et al. Hanno fatto uno studio interessante.

Premessa:

Studi precedenti hanno confermato che i pazienti con deviazione mandibolare hanno spesso una forma anomala della colonna cervicale.

Tuttavia, la relazione tra deviazione mandibolare, scoliosi ed equilibrio del tronco non è stata studiata.

Attualmente, la deviazione mandibolare è solitamente trattata come una patologia singola, il che porta a una scarsa efficienza clinica.

Abbiamo studiato la relazione tra morfologia della colonna vertebrale ed equilibrio del tronco in pazienti adulti con deviazione mandibolare e abbiamo confrontato i risultati con quelli di volontari sani.

Colonna cervicale

35 pazienti adulti con deviazione mandibolare scheletrica e 10 volontari sani sono stati sottoposti a radiografie:

  • Anteriori della testa,
  • Postero-anteriori della colonna vertebrale.

Sono stati tracciati e misurati punti di riferimento e linee su queste radiografie.

La morfologia della colonna vertebrale dei pazienti con deviazione mandibolare ha mostrato una curva di tipo “S”, mentre una linea retta parallela alla linea di gravità è stata trovata nel gruppo di controllo (differenza significativa, p<0,01).

L’equilibrio del tronco dei pazienti con deviazione mandibolare era disturbato (angolo di squilibrio >1°), mentre il gruppo di controllo aveva un equilibrio del tronco normale (angolo di squilibrio <1°).

La direzione della deviazione mandibolare era la stessa di quella della flessione laterale delle vertebre toracolombari, che era opposta alla direzione della flessione laterale delle vertebre cervicali.

Il nostro studio mostra che il grado di deviazione mandibolare ha un’elevata correlazione con il grado di scoliosi e lo squilibrio del tronco.

Tutte e tre le deformità dovrebbero essere valutate clinicamente nella gestione della deviazione mandibolare.

Leggi anche:

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Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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