Per la diagnosi della scoliosi servono:

  1. Anamnesi:
  • età di comparsa,
  • menarca,
  • familiarità.

Il menarca è importante per quanto riguarda lo sviluppo della bambina: lo stesso grado di deviazione a seconda che sia diagnosticato pre-menarca o post-menarca, darà un quadro diverso.

Scoliosi dorso lombare,destro convessa

Scoliosi dorso lombare destro convessa
© alamy.com

Un quadro diagnosticato nel post-menarca ha una più bassa percentuale di peggioramento.

  1. Clinica: deve essere valutata in ortostatismo e clinostatismo (busto piegato in avanti). Il bambino va visitato in slip e scalzo, affinché si possano palpare e vedere le apofisi spinose e controllare che non siano presenti dismetrie a livello degli arti. Deve stare in posizione di riposo, piedi pari e ginocchia dritte. Il bambino deve stare in una posizione rilassata, normale, se si auto-corregge non possiamo più vedere l’atteggiamento scoliotico, ma solo la scoliosi. Va visitato quando non ha algie.

Con una matita dermografica è possibile segnare le apofisi spinose, palpandole sulla colonna; poi si disegna la spina e l’angolo della scapola e si verifica se esistono asimmetrie (le scapole e le spalle devono essere alla stessa altezza, i triangoli della taglia, cioè gli spazi tra torace e braccio, devono essere uguali). Infine si segna l’angolo dell’ala iliaca per vedere se ci sono delle asimmetrie del bacino.
Quindi in ortostatismo vanno osservate:

  • asimmetria delle spalle e delle scapole;
  • asimmetria dei triangoli di taglia (spazio che c’è tra il torace e fianco e il braccio lungo il corpo);
  • obliquità del bacino (spine iliache posteriori asimmetriche);
  • allineamento del rachide (vedere se sono allineate le apofisi spinose, oppure è possibile usare il filo a piombo: si appoggia l’apice del filo su C7 e il rachide è dritto se il filo cade a livello del solco intergluteo);
  • deformità toraciche (spesso ad un gibbo evidente posteriore corrisponde un’asimmetria a livello toracico anteriore, possono inoltre esserci precedenti interventi che hanno lasciato una cicatrice a livello di un emitorace, che causa una scoliosi);
  • lunghezza degli arti (sospetto di dismetria).

Poi si esegue una valutazione dell’entità delle curve laterali, per verificare che non ci siano iperlordosi o ipercifosi. La presenza di una schiena molto dritta (riduzione della lordosi e della cifosi) è un segno prognostico negativo, perché sta ad indicare che il quadro di scoliosi è più grave ed è mascherato.
In clinostatismo: togliendo il carico l’atteggiamento scoliotico si riduce e non si vede la rotazione.

  • flessione del tronco: si valuta se queste curve sono riducibili, osservando le spinose (se si mantengono non è una correzione spontanea e quindi in questo modo è possibile distinguere i paramorfismi dai dismorfismi).
  • gibbo costale: se c’è scoliosi in più c’è anche rotazione, che si manifesta con sporgenza di un emitorace. Siccome la vertebra ruota, una costa sale e l’altra si abbassa e la gabbia toracica si solleva dalla parte della costa che sale. Al gibbo toracico dorsale corrisponde il gibbo anteriore (se sporge posteriormente, in avanti si ha una rientranza). C’è uno strumento che si chiama gibbometro e serve per valutare l’entità del gibbo (con una livella si misura il dislivello); si può usare ma non dà molti elementi in più.
  • gibbo lombare: prominenza di un gruppo di muscoli paravertebrali;
  • valutazione della motilità del rachide.

 

  1. Diagnosi strumentale: se la diagnosi è già abbastanza chiara di atteggiamento scoliotico (soprattutto nei bambini sotto i 12 anni con curve minori e atteggiamenti scoliotici minimi), non è necessario eseguire un RX, mentre se c’è scoliosi è necessario eseguirla anche per individuare il grado della curva e della rotazione e per monitorarla nel tempo.

Si esegue un RX del rachide in toto su lastra lunga con griglia (quadrettatura che permette di misurare le dismetrie) con il bambino in ortostatismo e scalzo.
Proiezioni:

  • anteroposteriore;
  • anteroposteriore + laterale (spesso la laterale non si fa, ma andrebbe fatta sempre perché molte anomalie congenite si vedono nella laterale e non nell’anteroposteriore)
  • RX in scarico (riducibilità delle curve; suggerita, ma eseguita solo in scoliosi grave in trattamento);
  • inclinazione destra e sinistra (servono per vedere se con questi movimenti la curva si riduce).

Le ultime due proiezioni generalmente si evitano, perché si irradierebbe troppo il bambino, sono riservate a casi di curve molto gravi. Con la radiografia si verifica che le curve osservate clinicamente siano reali, inoltre si osserva:

  • sede e entità delle curve (quanti gradi ha la curva);
  • squilibrio del rachide;
  • presenza ed entità della rotazione vertebrale (con l’RX sono in grado di misurarla);
  • età ossea: molta della prognosi dipende dall’età ossea. La scoliosi è una patologia evolutiva che tende ad accentuarsi nell’accrescimento. Il picco evolutivo per le bimbe corrisponde al menarca. Con il termine dell’accrescimento la progressione della scoliosi rallenta fino quasi ad arrivare al termine, però molti fattori possono influire su una scoliosi già presente anche nell’adulto: le gravidanze, la menopausa, l’aumento di peso eccessivo. Una persona seguita per scoliosi è bene che ogni 3-4 anni faccia una valutazione clinica.

 

  1. Misurazione dell’entità della scoliosi: per misurare l’entità della scoliosi è necessario:
  • valutare se c’è il gibbo,
  • misurare l’entità delle curve,
  • misurare l’entità della rotazione.

Misurazione entità delle curve
È un misurazione geometrica eseguita con il metodo di Cobb; prevede una misurazione di:

  • vertebra estrema superiore
  • vertebra estrema inferiore
  • perpendicolare alla parallela del margine superiore della vertebra superiore
  • perpendicolare alla parallela del margine inferiore della vertebra inferiore
  • entità della curva: angolo complementare determinato dall’inserzione della due linee

La misurazione della deviazione angolare con il metodo di Cobb si effettua tracciando 2 linee lungo le superfici articolari superiore ed inferiore delle vertebre estreme ed abbassando le perpendicolari a queste linee: l´angolo supplementare “x” che risulta dall´intersezione delle due perpendicolari esprime in gradi l´entità della curva scoliotica


Definire la rotazione
Se si osserva una vertebra in radiografia, si vedono i peduncoli in proiezione (i due occhi), l’apofisi spinosa (il becco) e il corpo vertebrale. Si può immaginare perciò come se questa fosse una testa di civetta. Se la civetta guarda in avanti, cioè i due occhi sono alla stessa distanza dal naso, il corpo vertebrale è dritto. Se la civetta sposta gli occhi, guarda lateralmente, allora abbiamo una rotazione vertebrale. Guardando la posizione dei due peduncoli si ha l’entità della rotazione che dipende da quanti peduncoli si vedono e da come si vedono (se la civetta gira la testa, sposta gli occhi in modo che se ne vede di più uno e meno l’altro).

Età ossea
Per valutare l’età ossea di solito si esegue una radiografia della mano non dominante (sinistra per i destrimani) e si notano i nuclei di ossificazione; esiste poi un sistema per calcolare l’età ossea osservando la radiografia del rachide; tale sistema è dato dal test di Risser che avviene osservando il grado di copertura della cresta iliaca. In un bambino che non ha ancora incominciato lo sviluppo, la cartilagine di accrescimento sulla cresta iliaca non si vede, quando comincia a svilupparsi compare come linea evidente centralmente, poi si espande per saldarsi alla fine. A seconda di quanto è sviluppata questa linea di accrescimento si avrà un Risser

  • 0 (manca il nucleo di ossificazione),
  • 1 (inizio dell’ossificazione),
  • 2 (listella incompleta),
  • 3 (listella completa),
  • 4 (inizio della saldatura),
  • 5 (saldatura completa e maturità ossea).

Confrontando due radiografie in 2 momenti successivi è possibile stabilire se c’è stata un’evoluzione e quanta possibilità evolutiva o di peggioramento ha la curva scoliotica.

 

 

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