L’onda d’urto è un trattamento non invasivo che può accelerare la guarigione di molti tipi di problemi muscolo-scheletrici.

Definizione di onde d’urto

Le onde d’urto sono onde acustiche con un picco di energia estremamente elevato.
L’onda d’urto differisce dagli ultrasuoni per la pressione.
Inoltre l’ultrasuono consiste solitamente in un’oscillazione periodica, mentre l’onda d’urto è un impulso singolo.

Effetti delle onde d'urto

© Massimo Defilippo

L’onda d’urto si basa sull’applicazione di impulsi acustici ad alta energia nel tessuto del corpo interessato (Perez et al. – 2013).

Generalmente l’onda d’urto necessita di tre trattamenti a distanza di una settimana per ottenere risultati ottimali.
Il trattamento si effettua passando il manipolo delle onde d’urto sopra alla zona lesa.
I trattamenti durano circa 8 minuti e possono essere un po’ fastidiosi, ma solitamente sono ben tollerati da tutti.

Indicazioni cliniche

Con il tempo, l’onda d’urto è diventato un metodo efficace e non invasivo per il trattamento localizzato di patologie muscolo-scheletriche tra cui:

  1. Gomito del tennista,
  2. Fascite plantare,
  3. Calcificazioni nei tendini della spalla,
  4. Necrosi della testa del femore
  5. Mancata unione dei frammenti di osso delle fratture,
  6. Pseudoartrosi,
  7. Ustioni, le onde d’urto riducono significativamente il dolore delle cicatrici da ustione (Soo Cho et a. – 2016),
  8. Osteomielite (Gollwitzer et al. – 2009),
  9. Dolori miofasciali.

Una ricerca recente ha dimostrato le potenziali applicazioni dell’onda d’urto nelle malattie parodontali (Prabhuji – 2014) e nell’accelerare la formazione di callo osseo in caso di fratture.

L’onda d’urto è stata approvata dalla U.S. Food and Drug Administration per l’uso in pazienti con fascite plantare e gomito del tennista che non rispondono a sei mesi di terapia convenzionale (Ogden et al. – 2001).
L’onda d’urto è una valida soluzione non invasiva per il dolore cronico della spalla, del piede, del ginocchio e del gomito.

 

Evoluzione dell’onda d’urto

Il termine “onda d’urto” si riferisce agli impulsi di pressione meccanica che si espandono come un’onda all’interno del corpo umano.
Nel 1980, l’onda d’urto è stata utilizzata per la prima volta per eliminare i calcoli renali di un paziente (Chaussy et al. – 1980).

Effetti terapeutici delle onde d’urto

Le onde d’urto (al contrario della litotripsia) non vengono utilizzate per disintegrare i tessuti, ma piuttosto per causare microscopici effetti biologici intra ed extracellulari che includono la rigenerazione dei tessuti.
L’energia dell’onda acustica è condotta dal punto di origine, che è il generatore dell’onda, alla regione del corpo interessata (Notarnicola – 2012).

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Onde d’urto sulla fascite plantare
© Massimo Defilippo

Come interagiscono le onde d’urto e i tessuti durante la terapia?

Questo bombardamento del tessuto produce una serie di risposte biologiche con conseguente neovascolarizzazione (sviluppo di un nuovo vaso sanguigno) che a sua volta accelera fortemente il processo di guarigione.
Le onde d’urto con alta intensità si possono utilizzare per trattare la pseudoartrosi, in particolare a livello della tibia e del femore, gli studi scientifici mostrano una percentuale di guarigione del 72%.

Neovascolarizzazione

Il flusso di sangue è necessario per avviare e mantenere i processi di riparazione della struttura del tessuto danneggiato.

Le onde d’urto causano un aumento significativo:

  • Del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF),
  • Dell’ossido nitrico (eNOS),
  • Dell’antigene di proliferazione nucleare (PCNA) che provoca la proliferazione delle cellule endoteliali.

La conseguenza è la neovascolarizzazione, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni e quindi un maggior apporto di sangue ai tessuti.
I nuovi vasi sanguigni migliorano l’apporto di sangue e l’ossigenazione con una conseguente guarigione più veloce del tendine e dell’osso (Notarnicola et al. – 2012).

Questa caratteristica è presente solo nelle onde d’urto.
Gli altri dispositivi che si utilizzano in fisioterapia non hanno questa proprietà che permette la rigenerazione dei tessuti.

 

Riduzione della sostanza P

Sono state misurate le concentrazioni di sostanza P e prostaglandina E nel periostio (membrana esterna dell’osso) del femore.
Rispetto al femore dell’altro lato, il rilascio di sostanza P dal periostio dal femore era:

  1. Più alto nella misurazione a 6 e 24 ore dopo l’applicazione delle onde d’urto extracorporee,
  2. Ridotto 6 settimane dopo la terapia.

C’è stata una stretta relazione tra il rilascio di sostanza P qui trovato e il decorso clinico del paziente.
Infatti, nel giorno successivo alla terapia il dolore può aumentare, mentre diminuisce alcune settimane dopo l’applicazione delle onde d’urto sui tendini.

Inversione dell’infiammazione cronica

Le onde d’urto possono alterare localmente l’ambiente chimico.
L’infiammazione cronica può danneggiare zone sane nel corpo e portare a dolore cronico. L’attività dei mastociti, che sono coinvolti nel processo infiammatorio, può essere aumentata dalle onde acustiche.
L’attivazione dei mastociti, può aiutare a ripristinare la normale guarigione e processi rigenerativi.

L’ossido nitrico ha un ruolo fondamentale nel meccanismo di azione delle onde d’urto.
Infatti questa sostanza ha un effetto:

  • Antalgico (anti-dolorifico),
  • Antinfiammatorio,
  • Angiogenetico (favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni) (Loew et al. – 1998).

I risultati sperimentali confermano che le onde d’urto riducono la produzione di mediatori dell’infiammazione, cioè sostanze che favoriscono l’infiammazione (metalloproteinasi della matrice e inter-leuchina) (Notarnicola – 2012).
Inoltre, l’alterazione della concentrazione dei mediatori dell’infiammazione supporta un effetto antinfiammatorio di questa terapia.

Stimolazione del collagene

La produzione di una quantità sufficiente di collagene è un presupposto necessario per il processo di riparazione dei tessuti.
L’onda d’urto velocizza la produzione di collagene.
Le onde d’urto possono stimolare la proliferazione dei tenociti (fibroblasti che producono matrice extracellulare) e la sintesi del collagene.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che il trattamento con le onde d’urto incrementa la proliferazione e la differenziazione dei fibroblasti attivando il gene per la produzione:

  1. Del fattore di crescita trasformante β1 (TGF- β1),
  2. Del collagene di tipo I e III. (Frairia et Al. – 2012).

Bosch et al. (2007) hanno notato che il glicosaminoglicano (GAG) e la sintesi proteica sono aumentati.

Necrosi della testa del femore

Uno studio scientifico ha confrontato le anche con necrosi della testa del femore trattate con le onde d’urto e quelle che non hanno fatto questa terapia.
I benefici delle onde d’urto sono:

  1. Una quantità di osso vivo maggiore,
  2. Una riduzione del tessuto osseo necrotico,
  3. Una maggiore concentrazione cellulare,
  4. Aumento dell’attività cellulare, in particolare la fagocitosi.

 

Dissoluzione delle calcificazioni

L’accumulo di calcio è spesso il risultato di micro-rotture o altri traumi a carico dei tendini. Le onde d’urto rompono le calcificazioni presenti.
La terapia con onde d’urto inizia la decalcificazione dei depositi di calcio trattando il tendine.

Tra la terapia e i cambiamenti mostrati dalla radiografia passa del tempo, quindi è improbabile un unico effetto meccanico immediato sulle calcificazioni.
Dato che l’effetto è ritardato, bisogna presumere un effetto meccanico e cellulare insieme che permette l’assorbimento dei depositi calcifici (Perlick – 2003).

 

Rilascio di punti trigger

I punti trigger sono la principale causa di:

Si presentano sotto forma di noduli palpabili in bande tese di fibre muscolari.
Qui i sarcomeri sono estremamente contratti.
Questi sarcomeri si contraggono così tanto che l’apporto di sangue si riduce (Shah et al. – 2015).
Sebbene gli effetti delle onde d’urto sono ancora poco chiari, si può presumere che l’energia acustica sblocchi la pompa del calcio presente nel tessuto muscolare, permettendone il rilassamento.
Gli studi mostrano:

  1. Che le onde d’urto hanno un effetto migliore dell’iniezione di anestetico sui trigger point miofasciali (Oh Hong et al. – 2017),
  2. Ottimi risultati, sui trigger point del muscolo trapezio superiore (collo), Min Ji et al. hanno riportato una riduzione del dolore dell’85% dopo la 4° seduta.

Leggi anche:

Bibliografia

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Dr. Defilippo Massimo

Massimo Defilippo Mi chiamo Massimo Defilippo, sono un Fisioterapista di Rubiera che effettua fisioterapia ed osteopatia dal 2008.
Mi sono laureato con votazione di 110/110 presso l’università degli studi Magna Graecia …. Biografia completa

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